Patto per Napoli, ecco gli interventi
Fondi anche a «Restart Scampia»

Patto per Napoli, ecco gli interventi Fondi anche a «Restart Scampia»
di Gerardo Ausiello
Mercoledì 26 Ottobre 2016, 11:35 - Ultimo agg. 11:38
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Forse stavolta, dopo anni di incertezze e ritardi, le ruspe entreranno davvero in azione per cancellare dal tremolante orizzonte della periferia settentrionale le famigerate Vele, divenute nel frattempo set cinematografico ideale per tanti racconti noir, più o meno di successo. Gli investimenti per l'abbattimento dei mostri di cemento non rientrano nell'elenco di misure contenute nel Patto per Napoli, che verrà siglato stamane in Prefettura, ma sono frutto di un intervento specifico che, per decollare, necessita comunque di una piena e leale collaborazione istituzionale tra governo e Comune di Napoli.

Per questo sarà fondamentale la stretta di mano in Prefettura tra Renzi e de Magistris, grazie alla quale saranno sbloccati altri 30 milioni nell'ambito del bando per la riqualificazione delle periferie approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso 25 maggio (l'intero programma, ha spiegato nei giorni scorsi il premier, vale 2 miliardi). Fondi che saranno impiegati, come scritto nello studio di fattibilità del Comune, per l'abbattimento delle Vele A, C e D nonché per la riqualificazione dell'unico edificio destinato a restare in piedi, la Vela B, che ospiterà servizi e funzioni pubbliche. È tutto nero su bianco nel progetto denominato «Restart Scampia», con cui le istituzioni nazionali e locali puntano a trasformare il degradato quartiere dell'area nord di Napoli in cuore pulsante dell'intera area metropolitana, tant'è che lì sorgerà anche la futura sede della Città metropolitana.

In questa strategia un ruolo cruciale spetterà alla facoltà di Scienze infermieristiche della Federico II, i cui lavori di realizzazione sono entrati nella fase conclusiva: la presenza dell'Università dovrebbe allora fare da volano per la riqualificazione e lo sviluppo degli spazi circostanti mettendo in moto un circolo virtuoso. Il modello è quello già attuato nella zona orientale, a San Giovanni a Teduccio, dove il polo di Ingegneria della Federico II è divenuto anche sede dell'Accademia di Apple. Che questo accada pure nella periferia settentrionale è naturalmente tutto da vedere. Per ora si tratta di un'appassionante scommessa.

Così come rappresenta una sfida da vincere l'operazione di rilancio studiata a tavolino per Napoli Est. È questo l'intervento più significativo del Patto per Napoli, con il quale arriveranno all'ombra del Vesuvio 308 milioni: di questi 180 andranno proprio alla zona orientale per le bonifiche, il depuratore, l'ecodistretto e per mettere in moto il Brt, il trenino su gomma che, partendo da San Giovanni a Teduccio, raggiungerà Barra e Ponticelli fino a Volla. Un altro pezzo importante del Patto riguarda le infrastrutture su ferro, in primis la chiusura dell'anello della metropolitana (linea 1), che costa 42 milioni: quando i lavori verranno ultimati, il treno giallo raggiungerà anche Miano e il Centro Direzionale, passando per Secondigliano e per l'aeroporto di Capodichino. Non solo. Un altro investimento, pari a 20 milioni, riguarderà infatti la linea 6 e in particolare la tratta Mergellina-piazza Municipio, grazie alla quale ci sarà l'interscambio con la linea 1: a quel punto nel sottosuolo si potrà andare senza soluzione di continuità dalla periferia nord a quella ovest attraversando Chiaia e il centro storico. Sempre per il comparto su ferro ok al finanziamento dell'officina di manutenzione dei treni della linea 1 a Miano e di una nuova uscita della metropolitana gialla a Materdei. Resta il problema dei tempi di attesa: per accorciarli nel Patto vengono messi a disposizione fondi per acquistare altri treni per il metrò, aggiuntivi ai 10 previsti con la gara già aggiudicata.

Tra le ultime misure dell'accordo governo-Comune il finanziamento del progetto Sirena 2.0, che consentirà di mettere in sicurezza edifici privati nel centro antico con la formula già collaudata degli incentivi (per complessivi 20 milioni). In questo capitolo rientrano anche gli edifici pubblici, in particolare le scuole, che dovranno essere messi in sicurezza. Infine 10 milioni per il funzionamento della Città metropolitana e le misure finalizzate alla valorizzazione culturale della città, come le opere di consolidamento dell'Albergo dei Poveri (5 milioni) e di valorizzazione delle scale storiche ma anche quelle per la costruzione del parco archeologico di piazza Municipio (8 milioni): progettato dall'archistar portoghese Alvaro Siza, avrà come principale attrazione le barche romane ritrovate durante i lavori di realizzazione della stazione del metrò e oggi conservate in un deposito nella periferia settentrionale. Risorse fresche, per progetti immediatamente cantierabili, attese in città come la manna dal cielo e rimaste finora congelate a causa delle polemiche e delle tensioni istituzionali dei mesi scorsi che forse, oggi, verranno finalmente spazzate via, anche se sul piano politico la distanza Renzi-de Magistris resterà inevitabilmente tale.

Protesta prima dell'arrivo del premier