Pozzuoli. Dalla ricerca alla cura, nuova sfida del Tigem

Pozzuoli. Dalla ricerca alla cura, nuova sfida del Tigem
di Fabio Scandone (inviato)
Mercoledì 20 Luglio 2016, 08:52
3 Minuti di Lettura
Pozzuoli. C'è finalmente comune orizzonte di intenti che può unire i centri di ricerca d'eccellenza quali il Tigem della Telethon a Pozzuoli e le istituzioni locali come la Regione Campania e l'Università. Fino a delineare Napoli cittadella avanzata della ricerca sui tumori e della terapia delle malattie genetiche rare. Perché nel giorno in cui nel complesso olivettiano della Tigem, ospite d'onore il premier Renzi, il professor Andrea Ballabio direttore scientifico della struttura affiancato da Luca Cordero di Montezemolo e Francesca Pasinetti, rivela due modelli terapeutici messi a punto dall'èquipe di ricercatori su due forme rarissime di disfunzioni genetiche, il presidente della Regione Campania De Luca, presente all'evento, annuncia che la Regione Campania finanzierà sia la ricerca sulle malattie genetiche ma soprattutto quella sul cancro. E affida al rettore dell'Università Federico II Manfredi il coordinamento dei lavori. De Luca, che due settimane fa aveva riunito docenti e ricercatori per creare una rete coordinata di ricerca in Campania, sarà ancora più esplicito nella trasmissione radiofonica «Kiss Kiss Napol» quando afferma che «vorremmo concentrare sull'asse malattie genetiche-tumori i finanziamenti europei del prossimo ciclo 2014-2020». Un coinvolgimento, quello dell'Università Federico II che il rettore Manfredi, non intervenuto tra gli oratori, dichiara al cronista di «acccetare con orgoglio per le competenze elevate che la Federico II è pronta fin d'ora a mettere in campo».

E c'è allora davvvero un motivo conduttore forte tra l'impegno di Adriano Olivetti negli anni 50 con le industrie a Pozzuoli e gli scenari aperti dalla struttura d'avanguardia che il Tigem ha apppena restaurato nei locali realizzati a suo tempo dall'architetto Cosenza con i fondi europei del Pon per oltre dieci milioni di euro. Ma il dato forte è che Milano chiama Napoli: se nella struttura meneghina Sr-Tiget dell'Istituto San Raffaele si punta soprattutto alla terapia delle malattie genetiche rare, Napoli compie i suoi primi passi candidandosi a curare i pazienti: il direttore del centro Andrea Ballabio indica due linee terapeutiche appena messe a punto. Si tratta di cure, spiega, «per una forma di cecità ereditaria e per il tratttamento dellla «mucopolisaccaridosi di tipo VI, malattia caratterizzata da gravi problemi a carico delle ossa e delle articolazioni».

In realtà l'evento Tigem «Come innovazione e ricerca possono diventare un volano per l'economia del Paese» mirava soprattutto a mostrare al premier Renzi come la ricerca condotta da un centro privato d'eccelllenza internazionale quale il Tigem della Telethon può attirare investimenti e creare lavoro costituendo un modello anche per il settore pubblico. E dati alla mano hanno buon gioco il presidente della Telethon Luca di Montezemolo, la direttrice generale Francesca Pasinelli e il direttore del Centro di ricerca Andrea Ballabio a mostrare la straordinaria capacità del Tigem di attirare risorse e capitale umano pur a fronte di uno striminzito 6% devoluto alla struttura dai fondi pubblici. Dal 1994 oggi il Tigem ha potuto contare su ben 70 milioni di euro di finanziammenti, ma oggi la nuova frontiera del Tigem - come sottolineano Ballabio e Montezemolo - sono gli investitori stranieri che guardano a Pozzuoli: nel 2012 la multinazionale americana Shire ha destinato al Tigem 17 milioni di euro per la ricerca genetica. Il che fa dire a Montezemolo che Telethon è «la sola charity italiana titolare di un programma consistente di strategie terapeutiche per diverse malattie genetiche rare». Ne hanno mapppate oltre settemila, portano nomi difficili ai non adddetti ai lavori ma riguardano anche patologie purtroppo all'ordine del giorni quali l'Alzheimer e la distrofia muscolare.
© RIPRODUZIONE RISERVATA