Daspo agli abusivi di Napoli
il piano di De Magistris

Daspo agli abusivi di Napoli il piano di De Magistris
di ​Luigi Roano
Sabato 13 Maggio 2017, 09:30
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Zone da far adottare ad associazioni o raggruppamenti di cittadini, non solo pubbliche ma anche private. Questa la tentazione e anche l'obiettivo del sindaco Luigi de Magistris per applicare la legge Minniti sulla sicurezza urbana «alla lettera seguendo la Costituzione». Le ordinanze dovevano arrivare entro la fine di aprile, evidentemente applicare la legge Minniti non è semplice, soprattutto se - come ribadisce il sindaco Luigi de Magistris già da qualche settimana - le sue saranno costituzionalmente orientate. Il primo nodo è venuto al pettine con il fioraio di Chiaia sfrattato. I vigili hanno applicato la legge - e continueranno a farlo non possono e non devono esimersi - e de Magistris ha invitato il fioraio nel suo ufficio e ha promesso di rilasciargli personalmente una autorizzazione per placare soprattutto le ire dei più rivoluzionari della sua maggioranza, più che calmare chi nella sostanza non ha più un reddito e un lavoro. Non semplice venirne fuori. 

La domanda è: come si comporterà il sindaco quando dovrà affrontare il problema dei senza fissa dimora? Dei parcheggiatori abusivi o dell'ambulantato abusivo dietro al quale spesso si nasconde il traffico di merce contraffatta specialità dei clan? Oppure della prostituzione? Forse de Magistris si riferisce all'articolo 118 della Costituzione: «Stato, Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni favoriscono l'autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà». 

Il sindaco qualche giorno fa ha chiarito bene il concetto: «In città c'è la prostituzione e ci sono molti senza fissa dimora. Stiamo individuando delle aree, non solo pubbliche, dove si potrebbe fare la casa della trans. Nei dintorni della stazione dove insistono tanti senza fissa dimora perché non creare un spazio di accoglienza con una mensa per poveri?» si è interrogato. La risposta arriverà dalle ordinanze. Dunque utilizzare pezzi della città abbandonati e farli rivivere. La filosofia di fondo è quella di stare vicino agli ultimi e dare loro una possibilità. In linea teorica si può fare, ma ci sono concrete possibilità di attuare questo principio? In città le zone a rischio non mancano, il difficile è capire come si individueranno i soggetti capaci di garantire pulizia e legalità in quei luoghi. De Magistris - nella sostanza - non ha intenzione di vestire i panni dello sceriffo, anzi, le ordinanze non saranno «repressive» ma «rigenerative». L'obiettivo «è dare una interpretazione alternativa al decreto». Questo il punto della situazione. A lavorare sulle ordinanze c'è l'ex pm in prima persona, il suo capo di gabinetto Attilio Auricchio e il capo dell'Avvocatura Fabio Ferrari. Il problema del decoro e della sicurezza urbana a Napoli in questi mesi di boom turistico è particolarmente sentito. Di conseguenza ci sarà una accelerazione da parte dell'ex pm nel confezionare le ordinanze. Perché la città gremita di visitatori, con i ristoranti e gli alberghi pieni per non parlare dell'aeroporto che ormai ospita rotte da e per tutto il mondo è bella. Però bisogna consolidare il trend e questo può avvenire solo se Napoli sarà sempre più accogliente e sicura. Riuscirà de Magistris a conciliare tutte queste esigenze se sfrattare un fioraio, comunque non autorizzato, ha provocato un putiferio politico negli arancioni? 
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