Delitto di Acerra, per l'omicidio di Caruso si indaga nel mondo dell'usura

Delitto di Acerra, per l'omicidio di Caruso si indaga nel mondo dell'usura
di Pino Neri
Domenica 20 Settembre 2015, 14:29 - Ultimo agg. 21 Settembre, 08:52
2 Minuti di Lettura

Acerra. La pista dell'usura è la più accreditata. Si rincorrono le voci sul movente che ha spinto i sicari a uccidere sabato sera Adalberto Caruso detto «Ignazio a 'mbechera», 57 anni, cognato del boss Cuono Lombardi (era il marito della sorella) attualmente detenuto. Al momento però non sono emersi a carico di Caruso precedenti specifici per usura. Ma in città tutti parlavano e ancor di più oggi parlano di questa ttività. Quel che invece si sa è che la vittima aveva dei precedenti relativi allo spaccio di droga e all'estorsione. Fatti che però nel gergo investigativo sono definiti "vecchi", vicende che risalgono a circa dieci anni fa.

Forse allora Caruso pretendeva danaro dalla persona sbagliata? Forse la vittima ha agito in quest'ambito, quello dell'usura appunto, senza il permesso delle famiglie che contano? A questi interrogativi gli investigatori non rispondono.

Le indagini sono svolte nel più stretto riserbo dal comandante della caserma di Acerra, il maresciallo Vincenzo Vacchiano, e dal maggiore Michele D'Agosto, responsabile della compagnia di Castello di Cisterna.

Caruso è stato ucciso in mezzo alla gente e al traffico, a pochi passi da casa sua, distante appena trenta metri dal luogo dell'agguato, piazza San Pietro, un vecchio slargo nel centro storico di Acerra, lungo lo snodo che congiunge due dei corsi principali della città, corso della Resistenza e corso Italia. Un omicidio che indirettamente è stata la risposta blasfema della camorra alla dura omelia dell'arcivescovo di Napoli, Crescenzio Sepe, che in mattinata nel duomo di Napoli, poco dopo il miracolo di San Gennaro, aveva lanciato un accorato appello contro la violenza della camorra.