Delitto Veropalumbo: dopo 9 anni
​non esistono ancora i responsabili

Delitto Veropalumbo: dopo 9 anni non esistono ancora i responsabili
di Dario Sautto
Domenica 25 Settembre 2016, 15:56
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Torre Annunziata. Ancora nessun colpevole per la morte di Giuseppe Veropalumbo (a destra nella foto), il carrozziere ucciso il 31 dicembre 2007 da un proiettile vagante esploso da ignoti che «festeggiavano» a modo loro l'arrivo del nuovo anno. Non sono state sufficienti le dichiarazioni del pentito ergastolano Michele Palumbo, killer dei Gionta conosciuto negli ambienti criminali con il soprannome «munnezza», che da un anno e mezzo sta collaborando con l'Antimafia e svelando i segreti della camorra di Torre Annunziata.

La Procura oplontina, guidata dal procuratore Sandro Pennasilico e dall'aggiunto Pierpaolo Filippelli, sulla scorta di quelle dichiarazioni aveva riaperto il caso. Il sostituto Silvio Pavia aveva aperto un fascicolo d'inchiesta (il terzo) per omicidio preterintenzionale ed iscritto nel registro degli indagati il nome di un 38enne di Torre Annunziata, con piccoli precedenti alle spalle. C.C. (queste le iniziali dell'indagato, assistito dall'avvocato Elio D'Aquino) a luglio era stato anche ascoltato dal magistrato, negando ogni addebito. Indagini, a quasi 9 anni da quel delitto, sono praticamente impossibili. Dunque, il gip Antonello Fiorentino ha deciso di archiviare la posizione del sospettato. «Difficile effettuare riscontri sulle dichiarazioni del collaboratore di giustizia si legge nelle motivazioni soprattutto perché si tratta di fatti appresi de relato da Michele Palumbo, e non in maniera diretta». Già nel 2013, l'allora procuratore Diego Marmo archiviò il «cold case», lasciando uno spiraglio aperto e definendo Veropalumbo una possibile vittima innocente di camorra. Nel 2014, raccogliendo racconti in cella, alcuni pentiti fecero un altro nome: l'uomo, un altro pregiudicato di Torre Annunziata, fu indagato, ma la sua posizione venne archiviata.

Dunque, l'omicidio Veropalumbo resta ancora senza responsabili. La vedova del giovane carrozziere, Carmela Sermino, è tra le più attive nell'associazione dei familiari delle vittime innocenti ed è stata nominata dal Comune di Torre Annunziata nell'Osservatorio per la Legalità. A fine agosto,p il sindaco Giosuè Starita ha deciso di destinare a lei e alla figlia l'appartamento confiscato ad Aldo Agretti, figlio di Carmela Gionta, la sorella del superboss Valentino, fondatore del clan «di famiglia».
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