La cricca dei poliziotti infedeli
sei mesi fa simularono sparatoria

La cricca dei poliziotti infedeli sei mesi fa simularono sparatoria
di Carmen Fusco
Sabato 15 Ottobre 2016, 08:55 - Ultimo agg. 19:52
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Uno scontro a fuoco con un’auto che non si sarebbe fermata all’alt. Lago Patria, territorio di Giugliano, lo scenario della sparatoria con tanto di inseguimento e pathos. Scene da film, insomma, riportate in un regolare verbale di servizio consegnato al comandante della sezione della Polizia stradale di Napoli da parte di una pattuglia in servizio nella zona al momento del falso raid. E poi addirittura replicate in una richiesta di encomio solenne da inoltrare al ministero dell’Interno attraverso la sezione di appartenenza dopo l’istruttoria della pratica. L’iter però, fortunatamente, non si è mai concluso ed al Viminale non è arrivato mai nessun carteggio. Il viaggio da Napoli a Roma è stato interrotto dai dubbi che il comandante ha cominciato ad avere sull’accaduto e dalla successive indagini anche balistiche per confermare o escludere dubbi e perplessità.

Ma facciamo un passo indietro. Pochi mesi prima di quella che poi si è rivelata essere una falsa sparatoria si era davvero verificato uno scontro a fuoco. Teatro del conflitto, l’asse Mediano nel tratto tra Casoria ed Afragola. Qui furono coinvolte due pattuglie del compartimento della Campania che ingaggiarono un inseguimento con dei romeni. Un fatto vero che, a quanto pare, avrebbe ispirato i poliziotti alla ricerca di gloria, promozioni e nuove voci in busta paga. Di più nessuno dice ma a quanto pare per la sparatoria di Lago Patria si sarebbe utilizzato come copione l’episodio vero accaduto ad Afragola.

Le indagini non sono affatto concluse e per questo non ci si sbottona. Su quella presunta notte di paura e spari del 3 aprile scorso potrebbero emergere ulteriori novità. Gli agenti che hanno condotto le indagini si sono avvalsi anche del supporto tecnlogico di telecamere installate sulle vetture di servizio in uso ai tredici agenti coinvolti. Nelle videoregistrazioni e nelle intercettazioni verbalizzate potrebbero emergere ulteriori particolari. Le accuse ai due poliziotti della finta sparatoria hanno un profilo di ulteriore gravità rispetto agli altri undici colleghi: la simulazione di un reato, l’utilizzo dell’arma di ordinanza senza un fondato motivo, gli spari, lo spreco di forze e risorse pubbliche per la caccia a banditi fantasma. Un film con la sceneggiatura dei due poliziotti che da finzione potrebbe avere veri e pesanti effetti penali.

Non si escludono altre complicità e soprattutto si teme che dalla pentola scoperchiata ieri potrebbe uscire altro marcio.
Piena la fiducia della Procura di Nola che non ha esitato ad affidare la delicata inchiesta proprio ai colleghi dei presunti poliziotti corrotti e non solo perchè conoscitori della macchina organizzativa ma anche per dare a tante oneste divise la possiblità di isolare disonesti e infedeli camuffati da servitori dello Stato. Lo schiaffo in faccia a chi lavora onestamente non ferma però l’attività quotidianamente svolta per salvaguardare la sicurezza di cittadini ed automobilisti, a cominciare dagli autisti dei mezzi pesanti che ogni giorno percorrono le principali arterie stradali della Campania.
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