Ex rapinatore si converte dopo 17 anni in carcere: «La mia nuova vita grazie a Dio»

Ex rapinatore si converte dopo 17 anni in carcere: «La mia nuova vita grazie a Dio»
di Francesca Raspavolo
Venerdì 24 Marzo 2017, 12:27
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Torre del Greco. Diciassette anni trascorsi in una cella due metri per due, a immaginare il mondo attraverso le sbarre di un carcere. Poi la conversione a Dio mentre era ancora in galera, il ritorno in libertà e una seconda vita da «uomo nuovo, finalmente libero di poter fare del bene».

Questa è una storia di criminalità, rendenzione e misticismo. Di reati, ma soprattutto di peccati. Questa è la storia di Luigi Sorrentino, ex rapinatore di banche folgorato sulla via di Damasco. Quaratuno anni di Torre del Greco, trasportatore di barche e papà di due ragazzi, Luigi ha pubblicato un libro per raccontare la parabola della sua vita, dal male al Signore. 

In "L'amore libera l'anima" - autobiografia fai da te, scritta mentre era ancora detenuto e distribuita grazie ad una rete di amici fidati - Luigi ripercorre i suoi ultimi 17 anni vissuti in carcere, racconta le difficoltà della galera e quelle, non meno pesanti, del ritorno alla libertà. Ieri la presentazione dell'opera, nella Comunità di Santa Maria del Popolo di Torre del Greco.

Sorrentino aveva poco più di 20 anni quando iniziò a rapinare banche nel Nord Italia insieme ad altri due torresi. "Ne facemmo 16, io mi occupavo di sequestrare gli ostaggi e di chiuderli in bagno". I colpi gli fruttarono 800 milioni di vecchie lire e una condanna totale a 22 anni e mezzo di carcere, da quando aveva appena 20 anni fino all'anno scorso. «Ho avuto due figli mentre ero detenuto, mi sono perso tutto: ho sbagliato, ho pagato, sono ancora divorato dal rimorso e chiedo scusa a tutte le persone che ho ferito. Ma finalmente ho compreso grazie alla fede, ho visto Dio, mi ha salvato due volte. Ora so qual è il mio destino». Tornare a essere un marito, un padre, un onesto lavoratore: «Confido in una seconda chance e nella possibilità di redenzione, è il Signore che mi sta dando la forza di ricominciare». 

Parole di speranza e di fiducia da parte del parroco don Rosario Borrelli e del giornalista Michele Vespasiano, che ha curato la redazione del volume quando Sorrentino era ristretto nella casa penitenziaria di Sant'Angelo dei Lombardi. «Questo giovanissimo detenuto grazie ai volontari e alle persone di cuore che gli sono state vicino, è passato alla riva di una vita difficile diventata poi gioiosa».  Una storia didascalica, una testimonianza forte di «cambiamento, salvezza e seconde possibilità».
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