«È pedofilo»: insegnante di Castellammare va in carcere dopo 14 anni

«È pedofilo»: insegnante di Castellammare va in carcere dopo 14 anni
di Raffaele Cava
Giovedì 4 Maggio 2017, 00:05 - Ultimo agg. 08:33
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Castellammare. Mano dura dei giudici della Cassazione su un insegnante e dottore commercialista, condannato a 6 anni e 6 mesi di reclusione per una accusa infamante: violenza sessuale. L’uomo è stato arrestato e portato a Poggioreale dai carabinieri, in esecuzione di una condanna diventata ormai definitiva. I fatti di cui A.S., 59 anni, è risultato colpevole risalgono all’estate del lontano 2003 quando fu denunciato alla polizia da un gruppo di ragazzini per delle molestie da lui messe in atto mentre erano in spiaggia, a Meta di Sorrento. La vicenda all’epoca destò molto scalpore, si scatenò una sorta di caccia all’uomo a cui parteciparono, fornendo precise indicazioni, i gestori degli stabilimenti balneari. Il professore, docente in un istituto superiore di Gragnano, si è sempre difeso a spada tratta supportato dai suoi legali per tutti questi anni. Nei giorni scorsi il caso è arrivato nelle mani dei giudici del Palazzaccio. La richiesta della Procura generale, che si opponeva al ricorso delle parti lese, deponeva a favore del 59enne stabiese: prescrizione, visto il lungo lasso di tempo passato dall’epoca dei fatti al giudizio. Ma è arrivata la doccia fredda per il professore stabiese, con la conferma della condanna e l’arresto.

Una macchia orrenda. Ma a quanto pare isolata. Per tutti questi anni, infatti, A.S. non si sarebbe mai più reso protagonista di episodi meno che esemplari: è stato un insospettabile, correttissimo insegnante in un istituto superiore del comune di Gragnano, e anche uno stimato dottore commercialista, un serio professionista che chiuso nel suo studio di Castellammare ha lavorato per notai, avvocati, bancari. Lui si è sempre dichiarato innocente, ha lottato contro questa accusa in ogni sede. Dubbi e sospetti si sono via via dissolti, in chi lo conosceva, anche alla luce dei fatti che tra il prmo e il secondo grado le parti lese, in un primo momento diverse, si erano ritirate: tutte tranne una, una madre che ha insistito per vedere condannato quello che considerava un «mostro» che aveva concentrato attenzioni depravate contro suo figlio adolescente.

Secondo l’accusa, i palpeggiamenti sarebbero avvenuti mentre i ragazzi facevano il bagno in mare. L’uomo si sarebbe avvicinato a loro e, presentandosi come n insegnante, avrebbe palpato in qualche modo i ragazzi in acqua. Così, dopo lo choc, il gruppo decise di allertare le forze dell’ordine. Proprio nel 2001, due anni prima dei fatti, la Corte di Cassazione con una sentenza aveva precisato il confine tra tentativo di violenza e violenza sessuale. A fare giurisprudenza fu la sentenza numero 21577, ripresa anche successivamente per altri casi simili. I giudici della Cassazione hanno precisato che nella categoria «violenza sessuale e atti sessuali» devono essere inclusi «toccamenti, palpeggiamenti e sfregamenti sulle parti intime delle vittime». Tradotto in parole semplici, per configurarsi il reato di violenza sessuale basta il solo contatto con le parti intime. È quello che, al termine di tre gradi di giudizio, è stato accertato essere accaduto quella assolata mattina di agosto del 2003. 
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