Morta trascinata dall'auto dell'ex
Giuseppe sotto choc: «È stata
solo una fatalità, le volevo bene»

Morta trascinata dall'auto dell'ex Giuseppe sotto choc: «È stata solo una fatalità, le volevo bene»
di Ferdinando Bocchetti
Sabato 9 Settembre 2017, 22:05 - Ultimo agg. 10 Settembre, 17:08
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Mugnano - «Non volevo ucciderla, è stata solo una tragica fatalità. Ad Alessandra volevo ancora bene. Sono distrutto, non faccio altro che pensare a quei momenti, a lei a terra, a quella maledetta corsa in ospedale». Queste le prime parole pronunciate da Giuseppe Varriale, il 24 enne di Mugnano accusato di aver ucciso la sua ex fidanzata e attualmente agli arresti domiciliari. Parole riferite al suo legale, l’avvocato Nicola Pomponio, poche ore dopo la tragedia consumatasi due notti fa nel parco di via Cesare Pavese.
 



È ancora sotto choc Giuseppe e non sembra preoccuparsi dell’aggravarsi della sua posizione giudiziaria. Sul suo capo pende un’accusa pesantissima: omicidio volontario, reato contestato dalla Procura di Napoli nord. «I suoi unici pensieri - conferma l’avvocato difensore - sono per Alessandra e la sua famiglia. Il ragazzo è profondamente turbato e fino a ieri non era nemmeno a conoscenza del capo di imputazione. Lo abbiamo appreso soltanto dagli organi di stampa».

Decisive, sul fronte delle indagini, saranno le prossime ore. È fissata per domani, infatti, l’udienza di convalida davanti al gip Barbara Del Pizzo, mentre l’autopsia sul corpo di Alessandra, aggrappatasi alla portiera dell’auto di Giuseppe e trascinata per diversi metri, si terrà nella giornata di martedì. Il risultato dell’esame autoptico potrà chiarire alcuni dei punti oscuri di una vicenda che ha segnato la vita di due famiglie. In primis le cause che hanno portato al decesso di Alessandra, arrivata in ospedale con un gravissimo trauma cranico e lesioni in diverse parti del corpo.

Attraverso l’autopsia e i rilievi effettuati in questi giorni dai carabinieri si potrà stabilire anche l’esatta dinamica dell’incidente. Ma sono solo questi gli unici aspetti su cui occorre far chiarezza. In che condizioni era Giuseppe la notte tra giovedì e venerdì? Era lucido o, reduce da una serata in compagnia degli amici, aveva un po’ alzato il gomito? Gli esami tossicologici fugheranno anche questo dubbio. «Preferiamo non entrare nel merito delle indagini - spiega l’avvocato Pomponio - sono stati effettuati alcuni rilievi tecnici, i cui risultati non ci sono ancora stati resi noti. Quel che mi sento di escludere è che Giuseppe abbia voluto uccidere Alessandra. Non si può parlare in alcun modo di dolo».

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