«Terremoto Ischia, errori assurdi della nuova gestione, mix di stupidità e incompetenza»

«Terremoto Ischia, errori assurdi della nuova gestione, mix di stupidità e incompetenza»
Sabato 26 Agosto 2017, 09:53 - Ultimo agg. 21:26
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«Errori di calcolo inammissibili e assenza di trasparenza. È evidente che da qualche tempo nell'istituto qualcosa non funziona più a dovere». La sentenza del sismologo Enzo Boschi, ventotto anni di carriera all'Ingv di cui dodici anni alla presidenza, è lapidaria.

Lei è stato il primo, poco dopo il sisma, a dire che la magnitudo e l'ipocentro erano stati sottostimati. E lo ha fatto sulla base delle semplici immagini televisive. Perché invece chi aveva a disposizione dati e strumenti ha fatto valutazioni errate?
«Chi ha un minimo di competenza sulla sismicità dell'isola, sa bene che lì si sono verificati in passato terremoti poco profondi a breve distanza da Casamicciola. Evidentemente, chi quella notte nell'istituto si è occupato delle rilevazioni, non era in possesso di nozioni e competenza sufficiente. È solo una questione di stupidità e ignoranza».
L'Ingv ha imputato gli errori al fatto che le valutazioni di terremoti che avvengono in zone vulcaniche sono più complesse e più soggette ad errori.
«Si tratta di operazioni di calcolo semplicissime, con un margine di errore quantificabile nello 0,2 di magnitudo. Per le valutazioni di terremoti in aree vulcaniche sono a disposizione modelli internazionali che funzionano benissimo. Basta applicarli, e saperli leggere correttamente. Ma lei comprende che danno è stato fatto all'Isola?».
Ce lo spieghi.
«Se si fosse detto da subito che l'epicentro del terremoto era circoscritto a una piccola porzione di Casamicciola, proprio com'era intuibile soltanto guardando la tv, migliaia di turisti non avrebbero lasciato Ischia in preda al panico».
Ipotizza quindi che qualcuno chiederà i danni?
«È già accaduto in passato. Una class action contro chi ha diffuso dati errati, con conseguenti danni d'immagine al territorio interessato».
Perché tanti errori?
«Già il 15 giugno scorso avvenne un fatto incredibile, quando l'istituto associò la magnitudo 5.1 di un terremoto nelle Filippine al sisma di magnitudo 1.6 registrato a Pieve Torina, vicino Macerata. Probabilmente c'è qualcosa che non va nella nuova gestione».
Problemi di risorse?
«I fondi ci sono, circa 50 milioni all'anno, di cui 15 dalla Protezione civile. Credo si tratti piuttosto di problemi di organizzazione interni. Ad agosto ci sono le ferie: la pratica sarà finita nelle mani di qualcuno che forse non aveva l'esperienza sufficiente per gestirla. È inammissibile sbagliare così la magnitudo, la direzione del sisma, l'epicentro, e soprattutto la profondità focale del sisma con un margine di errore così ampio. Da un ipocentro stimato a 10 km di profondità siamo passati a uno di 1,75. Inconcepibile, senza precedenti».
Mai successo niente di simile, nei dodici anni che ha guidato l'Istituto?
«Qualche errore fu commesso, ma mai nulla di simile. E quando si verificò ne rendemmo immediatamente conto. Chiedemmo scusa, nella più totale trasparenza».
Dice che c'è stato anche un cortocircuito comunicativo?
«Suppongo che si siano voluti tenere gli errori sottotraccia, onde evitare di dovere licenziare i responsabili del pasticcio. Ma era meglio dire: scusate, abbiamo sbagliato. La trasparenza è la maniera migliore per preservare la credibilità scientifica».
La doppia articolazione Ingv-Osservatorio vesuviano può avere provocato un cortocircuito nel coordinamento?
«È plausibile, ma non ne ho contezza. So per certo che nel corso della mia presidenza è sempre filato tutto liscio».
f.l.d.