Esplosione a Soccavo, la protesta degli sgomberati. La Dda indaga sullo scoppio

un momento della protesta
un momento della protesta
di Gennaro Pelliccia
Martedì 3 Maggio 2016, 18:24
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Sono stanchi e molto esasperati i residenti e i commercianti di via Antonio Pio a Soccavo  che da  mercoledì 27 aprile si trovano senza più la casa e con alcune attività commerciali chiuse.  Un violentissimo e potente scoppio avvenuto in un appartamento al quarto piano del civico 53 ha messo in ginocchio l’intera palazzina rendendola, momentaneamente,  inagibile: dieci famiglie sono state sgombrate, anche per il provvedimento del magistrato che ha disposto il sequestro della struttura. Ma i motivi del dispositivo non sono solo tecnico-strutturali, infatti dentro l’appartamento, sventrato dall’esplosione dove abitava  un 74enne in pensione, ex dipendente del ministero dell’interno, unica vittima e ancora ricoverato con ferite gravi agli arti inferiori presso l’ospedale Cardarelli di Napoli, i Vigili del Fuoco  hanno rinvenuto “polvere pirica avvolta in banconote”.
Una importante svolta, quindi, nelle indagini che inizialmente erano indirizzate verso l’ipotesi della fuga di gas.  Il magistrato Celestina Carrano, della direzione distrettuale antimafia,  che dirige l’inchiesta deve far luce sui molti interrogativi sorti dopo la scoperta della polvere da sparo in casa dell’uomo: perché conservava e maneggiava materiale esplosivo? E il denaro in contanti ritrovato?  Tutte domande a cui dovrà  rispondere  F. B.  che viveva con la moglie, assente al momento dell’incidente.  Alcuni testimoni raccontano di aver visto gli artificieri, intervenuti per la bonifica, portare via ben quattro scatole da quella casa. Tutto materiale al vaglio degli inquirenti e su cui si attendono i risultati delle perizie.
Intanto i condomini hanno dato incarico all’avvocato Lorenzo Asti di proporre istanza di dissequestro. «Ho preparato la richiesta e domani stesso la presenterò», ha dichiarato.
Tantissimi disagi, per gli inquilini di via Pio che, in questi giorni, sono ospitati da parenti e amici senza che «nessuno del comune abbia fatto nulla», lamentano; tra loro anche disabili e bambini.
Stamattina è scattata una protesta pacifica;  hanno bloccato il traffico per qualche decina di minuti, in via Cornelia dei Gracchi,  cercando di attirare l’attenzione di chiunque.  Successivamente si sono recati presso la IX Municipalità occupandola.  «Vogliamo sapere quando ritorneremo in possesso delle nostre case», chiede una signora che porta per mano i suoi due bambini. Ma anche i commercianti che da otto giorno non aprono bottega pretendono sostegno e tempi veloci. Il presidente Maurizio Lezzi, nel ribadire la propria disponibilità a stare al fianco di tutti,  ha sottolineato che «solo il magistrato incaricato può disporre il dissequestro dell’immobile mentre per l’apertura della strada attendiamo notizie dalla questura, forse possiamo riaprirla», dichiara.
Stamattina in municipalità sono anche intervenuti gli uomini della Digos del commissariato “San Paolo”, diretto dal primo dirigente Maurizio Fiorillo e i Carabinieri della locale stazione “Rione Traiano”, diretti dal luogotenente Patrizio Marra.

Hanno solo dovuto identificare e verbalizzare come da prassi, nessun problema con gli occupanti che poi hanno lasciato gli uffici comunali.

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