Ex tecnico Ibm rimane disoccupato
Diventa narcotrafficante a 60 anni

Ex tecnico Ibm rimane disoccupato Diventa narcotrafficante a 60 anni
di Nico Falco
Lunedì 13 Febbraio 2017, 00:00 - Ultimo agg. 18:19
4 Minuti di Lettura
Da brillante professionista, con una carriera in una azienda di servizi informatici legata all’Ibm, a corriere della droga. Una parabola discendente in cui, dopo anni di precariato, di salti mortali per sbarcare il lunario, con il baratro finale arrivano le manette. È di crisi e disperazione la storia di G. N., 60 anni, una laurea in lingue, venti anni da impiegato presso una società controllata da Ibm e, da pochi giorni, agli arresti domiciliari, beccato mentre trasportava un chilo e trecento grammi di marijuana. Tutto comincia dieci anni fa, quando la società in cui lavora viene travolta, come migliaia di altre imprese, dalla crisi. L’essere legata a un gruppo internazionale, uno dei più importanti al mondo nel settore, non basta: scattano i licenziamenti.

Anche G. N., che all’epoca ha 49 anni, dopo 20 anni di contratto a tempo indeterminato, si ritrova in mezzo a una strada. Con un divorzio alle spalle, due figli adolescenti da mantenere e senza reddito. Troppo giovane per la pensione, troppo vecchio per sperare di essere assunto altrove. Ma l’uomo non si perde d’animo. È pur sempre un professionista, le competenze e l’esperienza non gli mancano e può contare su una laurea in lingue. Così cerca di arrangiarsi tra consulenze e traduzioni e, in qualche modo, riesce a tirare avanti. Prova a rifarsi una vita, ha una nuova compagna e cerca di rimettersi in carreggiata. Passano gli anni, un nuovo lavoro non arriva e le commesse sono sempre di meno. I figli crescono, ormai vanno all’università, le spese aumentano fino a diventare insostenibili. E, poi, G. N. ha ormai 60 anni: le forze diminuiscono, così come la possibilità di trovare chi finalmente gli offra un contratto.

È a questo punto che un conoscente si fa avanti. È uno dei tanti con cui ha avuto a che fare saltando da un lavoro precario all’altro, ha saputo del suo momento di difficoltà e, gli dice, potrebbe dargli una mano. Spiega che c’è bisogno di una persona di fiducia per un lavoro e il profilo dell’ex impiegato sembra calzare proprio a pennello. Non per la sua laurea in lingue, né per il suo pregresso lavorativo: serve una persona dalla fedina penale immacolata, dal bell’aspetto. Uno che non insospettisca, insomma, nel caso durante un viaggio ci si imbatta in un poliziotto.
Il guadagno è allettante e il compito non è difficile: si tratta di portare un pacco dal punto A al punto B, senza fare domande. Le istruzioni, il luogo dove ritirare e dove consegnare il borsone, verranno date tramite telefono, non c’è bisogno di incontrarsi di persona. G. N. ci pensa, ci riflette, prende tempo. Ha capito perfettamente di cosa si tratta, anche non avendo mai fatto parte di quel mondo sa che è un reato. Ma ha le spalle al muro e alla fine, all’ennesimo conto da pagare, cede. L’appuntamento è per mercoledì 8 febbraio. Il 60enne va a Roma, ritira il pacco nel luogo che gli hanno indicato. Imbocca l’autostrada e, di nuovo, corre verso Napoli. Tutto sembra filare liscio, al massimo un’ora e se ne sarà tirato fuori, senza la preoccupazione di quel carico illegale. 

Alle 17.20, però, si imbatte in una pattuglia della Polizia stradale. Il poliziotto alza la palina, N. G. accosta. Non è un criminale consumato, non ha idea di come fare per dissimulare il nervosismo. E, così, si fa scoprire subito: gli agenti aprono il baule e trovano la marijuana. Scattano le manette, e il carcere. Il professionista non ha un legale, non ne ha mai avuto bisogno; il suo caso viene assegnato d’ufficio agli avvocati Natalina Mastellone e Giuseppe Cipullo. In sede di convalida il pm propone il carcere ma il giudice, dopo aver ascoltato la sua storia, propende per i domiciliari in attesa del processo. «Si tratta di un caso molto amaro, - commenta l’avvocato Cippullo - abbiamo un uomo che, a 60 anni, dopo una vita passata senza mai infrangere la legge, non trova lavoro e non vede altra possibilità che commettere un reato. È molto provato, sicuramente pentito. Il processo stabilirà le sue responsabilità». È una storia di quelle che solitamente si vedono sul grande schermo. Come in Breaking Bad, in cui un professore di chimica, dopo aver scoperto di essere gravemente malato, comincia a produrre metanfetamine per lasciare denaro alla famiglia. O come in «Smetto quando voglio», dove due giovani laureati, non riuscendo a trovare lavoro, decidono di produrre smart drugs. Questa storia però appartiene alla realtà.
© RIPRODUZIONE RISERVATA