Gli indagati: «Quella facciata non sembrava a rischio»

La Galleria
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di Davide Cerbone
Lunedì 14 Luglio 2014, 09:18 - Ultimo agg. 09:19
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Nella città che si sgretola, una tegola è caduta anche sulla loro testa. Solo per metafora, certo. Perché l'avviso di garanzia notificato ai proprietari dello stabile di piazzetta Matilde Serao numero 7 dopo la tragedia che è costata la vita al giovanissimo Salvatore è una tegola di carta. Che, d'accordo, non fa male, ma un po' di apprensione la mette. L'ingegner Gianpaolo Leonetti è soprintendente del Pio Monte della Misericordia, che ha sede in via Tribunali ma è proprietario di un enorme appartamento al primo piano. L'altro giorno i carabinieri hanno chiamato anche lui. «Mi ha chiamato il maresciallo che con un tono molto cortese mi ha chiesto di fare un salto in caserma. Avevano un'ira di Dio di avvisi di garanzia da notificare e portare a termine quella fase era necessario per avviare l'esame autoptico sul ragazzo».



Si aspettava di essere tra gli indagati?





«Onestamente, sì. In un primo momento mi aspettavo che la questione riguardasse solo gli amministratori, poi ho letto che si stava indagando anche sui proprietari. Ma sono tranquillo: non abbiamo responsabilità».



Perché?



«Il singolo proprietario da solo non può prendere alcuna decisione. Anche se avessi avuto conoscenza e coscienza di un potenziale rischio, e non ce l'avevo, qualsiasi cosa sarebbe dovuta passare attraverso una delibera di condominio. La procura ha fatto quello che si chiama un long shot».



A quanto ammonta il fitto?



«La Asl pagava diecimila euro al mese. Adesso stiamo cercando un altro inquilino, spero che questa storia non ci penalizzi. Quell'immobile per noi ha una funzione reddituale: con gli introiti facciamo le opere di beneficenza. In questo momento abbiamo trattative avviate con nuovi potenziali inquilini, spero che non vengano compromesse. Ma se fossi un acquirente, conoscendo un po' come vanno le cose dalle nostre parti, starei tranquillo: adesso la Galleria sarà il monumento più curato di Napoli. Ad ogni modo, chi entrerà nel nostro immobile dovrà investire parecchi soldi nella ristrutturazione. Si sa, le Asl non sono famose per le manutenzione delle loro sedi».



Da quanto non si facevano lavori?



«Credo da un paio d'anni, ma non ricordo bene.
Comunque, ripeto: ogni qualvolta l’amministrazione ha deliberato dei lavori, questi sono stati fatti».















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