Federalberghi Campi Flegrei accusa: «Via la rotonda di Lucrino
economia al tappeto per colpa del traffico e del caos»

Traffico a Lucrino (foto tratta dal web)
Traffico a Lucrino (foto tratta dal web)
Venerdì 21 Aprile 2017, 12:18
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Una lettera aperta è stata diffusa del presidente di Federalberghi Campi Flegrei, Roberto Laringe, che lamenta la crisi del settore a causa dei problemi di viabililtà della zona.

«La strozzatura di Lucrino, con l’inconcepibile ed intollerabile rotonda e le soste selvagge in corrispondenza della stessa, stanno affossando l’economia bacolese; da una puntuale ricognizione, che in moto ho effettuato personalmente, è emerso che il traffico inizia sin dalla tangenziale e termina, dopo ore di disagi, alla rotonda di Lucrino, mentre le strade di Baia e Bacoli sono percorribilissime, almeno fino all’ora del rientro; ed è una situazione che si ripete ogni volta, aggravata, nel periodo pasquale, dalla totale assenza della Polizia Municipale di Pozzuoli a Lucrino; il notevole flusso di turisti (30% stranieri) presenti negli alberghi è stato impossibilitato a raggiungere i siti archeologici; inoltre un monitoraggio che stiamo effettuando da inizio anno, durante i giorni festivi, evidenzia che oltre il 20% delle prenotazioni nei locali di Bacoli non si concretizza, in quanto i clienti non riescono ad arrivarci; gli stoici che raggiungono le varie destinazioni ristorative comunicano gentilmente ai titolari delle attività di non voler più ripetere l’ esperienza. I disagi continuano sulle strade del rientro dove si registra la totale assenza di piani alternativi di deflusso che pure in passato la locale Polizia Municipale aveva adottato; scontiamo, al riguardo, la quasi totale assenza della Polizia Municipale di Bacoli in evidente sotto organico che impedisce al locale comando di disporre di più di una pattuglia su un territorio di 37kmq. 
Ma non solo perché con le località prese d’assalto per le esigenze più varie (ristorazione, balneazione, ormeggi, alberghi, tempo libero in genere) anche i cittadini sono in costante pericolo per l’impossibilità di vie di fuga in caso di necessità.

E’ da sempre che purtroppo mancano risposte politiche ad ogni tipo di problema, dall’urbanistica, al drenaggio di risorse private per “tasse sull’inefficienza”, alla fruibilità del territorio, alla necessità per le imprese di migliorare i servizi offerti: lo sviluppo selvaggio è speculazione e nuoce all’economia vera che invece è al collasso; E’ del tutto evidente che la politica ha rappresentato e rappresenta l’ostacolo maggiore ad uno sviluppo economico che coniughi la necessità delle imprese di disporre di standard di servizi elevati con la fruibilità del territorio, la compatibilità dell’ambiente circostante ed il rispetto dei cittadini residenti. Tale stato di cose si perpetra da tempo immemorabile anche per l’assenza di coesione tra le forze imprenditoriali, molte delle quali, impegnate a farsi la guerra l’un l’altra invece di pensare a crescere professionalmente: alle soglie del 2020 c’è chi ancora pensa che la concorrenza sia nociva e che il competitor sia un avversario da combattere con tutti i “mezzi” e contrastare; mentre è vero il contrario, ovvero che la concorrenza aiuta a far crescere il livello qualitativo dei servizi, funge da stimolo al miglioramento comune ed alla fine, crea una forza ed una consapevolezza in grado di incidere sulle politiche locali per lo sviluppo e, cosa più importante, aiuta il territorio a crescere e svilupparsi. Lo stato attuale delle cose, invece, non fa altro che alimentare il circolo vizioso delle clientele politiche, più che mai diffuse, piuttosto che il circolo virtuoso degli stimoli alla crescita. Il problema era e rimarrà culturale; se Banfield nel suo “Le basi morali di una società arretrata” nel 2017 fosse venuto a Pozzuoli piuttosto che nel 1954 ad Chiaromonte in Basilicata, avrebbe scritto lo stesso libro; il rammarico è che sono trascorsi quasi 70 anni».

 
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