Ferito dai "narcos" a colpi di fucile sul balcone di casa: controlli a tappeto dei carabinieri

Ferito dai "narcos" a colpi di fucile sul balcone di casa: controlli a tappeto dei carabinieri
di Francesco Ferrigno
Giovedì 21 Gennaio 2016, 09:06
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CASOLA DI NAPOLI. Hanno atteso che uscisse sul balcone, forse anche per alcune ore, prima di fare fuoco e far perdere le proprie tracce nella notte, tra colline e aree boschive. I malviventi hanno sparato da molto lontano, da oltre dieci metri, ferendo di striscio C. O. di 53 anni: un agguato a scopo intimidatorio insomma, un “avvertimento” per dissidi sorti tra diversi gruppi criminali impegnati nel business milionario del narcotraffico di marijuana dei Lattari.

Sono questi i retroscena e le piste maggiormente battute dagli inquirenti in merito al raid avvenuto nella tarda serata di martedì scorso a Casola di Napoli, piccolo Comune ubicato tra Gragnano e Lettere. Sul caso stanno indagando i carabinieri della compagnia di Castellammare e i militari della stazione di Gragnano, coordinati dalla Procura della Repubblica di Torre Annunziata. Non è escluso, però, l’interessamento della Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) di Napoli, come già avvenuto negli ultimi due anni per altri fatti di sangue riconducibili al traffico di stupefacenti.

Tre in totale i colpi calibro 12 sparati da un fucile da lunga distanza: C. O. è stato trasportato in ambulanza all’ospedale “San Leonardo” di Castellammare. Il 53enne ha riportato ferite guaribili in dieci giorni ed è stato ascoltato per diverse ore dagli inquirenti. L’uomo è noto alle forze dell’ordine per il suo coinvolgimento in diverse inchieste riguardanti il narcotraffico di marijuana nell’area dei monti Lattari. In quei fascicoli il suo nome è stato spesso accostato a quello di Mario Cuomo, alias “’o caniello”, il figlio del boss di Casola di Napoli ucciso nell’agosto del 2012 su un campo di calcetto a Gragnano. I due, secondo le autorità, erano a capo di un gruppo che, desideroso di espandersi e diventare completamente autonomo, destabilizzò fragili equilibri criminali, scatenando una guerra per il predominio sul narcotraffico.

“I considerevoli interessi economici legati a questi traffici – spiegò l’Antimafia partenopea nel 2014 subito dopo il blitz denominato “Secundario”, che portò all’esecuzione di quindici misure cautelari – hanno provocato fortissime tensioni con altre organizzazioni criminali, tanto che si è registrato l’omicidio di uno degli indagati, Mario Cuomo”.
A poche ore dall’agguato contro C. O., intanto, i carabinieri stanno effettuando controlli e perquisizioni a tappeto in tutto il comprensorio stabiese e dei monti Lattari e potrebbero esserci svolte nelle indagini già nelle prossime ore.