La morte di Fortuna, trovate tracce biologiche dell’assassino

La morte di Fortuna, trovate tracce biologiche dell’assassino
di ​Marco Di Caterino
Domenica 12 Luglio 2015, 10:01 - Ultimo agg. 10:39
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Caivano. Tracce del presunto assassino e altro materiale utile alle indagini sono state trovate dai carabinieri nel corso delle ultime perquisizioni nell’isolato 3 delle palazzine popolari Iacp, Parco Verde di Caivano, dove il 24 giugno dello scorso anno fu trovata agonizzante in cortile la piccola Fortuna Loffredo, sei anni, vittima di frequenti abusi. Un anno prima, dall’ottavo piano dello stesso edificio, cadeva giù Antonio Giglio, tre anni.



È il secondo colpo di scena, dopo la scoperta di un «errore» da parte dell’assassino. Inchiesta affidata al procuratore aggiunto Domenico Airoma, affiancato dal pm Claudia Meoni. Stretto riserbo, ma gli inquirenti lasciano intendere di aver trovato qualcosa di interessante, probabilmente tracce biologiche (capelli, unghie, lembi di pelle), individuate in uno dei ballatoi dell’edificio, e ora da sottoporre alle analisi di laboratorio. E non è escluso possa trattarsi anche del sandaletto, o una parte di esso, che la piccola indossava il giorno della tragedia e che era scomparso nel nulla. Le novità, pure importanti come queste, non sono le sole.



Perché dopo la verifica delle testimonianze, è emerso che nessuno ha visto precipitare nel vuoto la bambina, circostanza trasmessa di bocca in bocca ma da nessuno riferita direttamente. Persino il punto esatto dell’impatto e la posizione nella quale fu ritrovata agonizzante la vittima restano ancora da determinare con precisione. Elementi importanti questi, perché consentirebbero di accertare senza alcun dubbio se la ragazzina sia effettivamente precipitata nel vuoto e da quale altezza. Perciò, dopo summit a cui hanno partecipato tutti gli investigatori, è stato deciso di rivalutare anche il responso dell’autopsia; né si esclude si possa procedere a un nuovo esame sulla salma.



Allo stesso modo verrà riconsiderata la perizia stilata dai Ros, che per ben due volte sono stati a Caivano e che hanno indicato che «presumibilmente la piccola potrebbe essere precipitata da un’altezza non superiore ai dieci metri», più meno dal terzo piano, allineandosi così e con lo stesso tono dubitativo a quello descritto dal perito incaricato dell’autopsia. Gli inquirenti, anche in base ai fatti nuovi emersi in queste ore, vogliono accertare se le gravi lesioni che hanno causato la morte della bambina siano compatibili anche con lo schiacciamento; azione che può esercitare un adulto su un corpicino esile, come era quello della povera Chicca, come le piaceva essere chiamata.



Se fosse questa la causa della morte della vittima, gli inquirenti – le indagini sono svolte dai carabinieri della compagnia di Casoria e dai militari della tenenza di Caivano - incastrerebbero un’altra importantissima tessera nella nuova ipotesi investigativa, e spiegherebbero la totale assenza su tutto il corpo della piccola di ecchimosi e contusioni che si formano al momento dell’impatto dopo una precipitazione «importante».



Gli investigatori, allo stato attuale delle cose, sospettano come responsabile dell’omicidio una persona che avrebbe tentato di violentare la ragazzina. Di fronte a una sua reazione, sia per farla stare zitta ma anche e soprattutto per fare quello che voleva, l’«orco» l’avrebbe schiacciata con tutta la sua forza per poi poggiare sul selciato il corpicino della vittima e incaricare uno o più complici di dare l’allarme diffondendo una notizia falsa: che in quel maledetto palazzo, cioè, era precipitato nel vuoto un altro bambino.