Caso Fortuna, la mappa di Titò:
chi c'era nel Palazzo degli orrori

Caso Fortuna, la mappa di Titò: chi c'era nel Palazzo degli orrori
di Marco di Caterino
Giovedì 1 Dicembre 2016, 11:43 - Ultimo agg. 18:00
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Un altro colpo di scena, mentre il processo è in corso, nel caso di Fortuna Loffredo. Un disegno del presunto assassino di Chicca, anzi una sorta di rudimentale planimetria «cristallizza» il giorno della tragedia, posizionando sul luogo del delitto tutti i principali protagonisti della vicenda. Raimondo Caputo, attraverso questo disegno, ribadisce le accuse contro Marianna Fabozzi: per l'uomo è lei la carnefice di Chicca. Lo aveva già detto ai magistrati nel corso di una dichiarazione spontanea: «Due settimane dopo il fatto, Marianna Fabozzi mi confidò di aver scaraventato giù Chicca, prendendola per i piedi e gettandola nel vuoto». Una versione che non ha mai convinto gli inquirenti. E allora Titò ci riprova con un disegno a rimettere nei guai la sua ex convivente, che è anche indagata, dalla Procura di Napoli, di omicidio volontario per la morte del figlio, Antonio Giglio, precipitato nel vuoto la sera del 27 aprile del 2013 dallo stesso edificio, l'isolato 3 delle palazzine popolari Iacp del Parco Verde.



In questa ricostruzione grafica, molto elementare e con grafia poco chiara, consegnata al suo legale, l'avvocato Paolino Bonavita del foro di Nola, Titò colloca al settimo piano Marianna Fabozzi e la figlia maggiore, la ragazzina che lo ha accusato del delitto per ben cinque volte. Al pianerottolo del piano superiore, vale a dire l'ottavo, ha invece posizionato Rachele Di Domenico (la donna che avrebbe fatto sparire la scarpetta di Chicca, mai ritrovata) mamma di Claudio Luongo, ex compagno di Mimma Guardato dalla quale la donna ha avuto un figlio. Nello spazio antistante il fabbricato, Caputo disegna se stesso insieme alla figlia più piccola. Poco più vicino al portone dell'isolato rappresenta altri tre inquilini dello stabile, che hanno testimoniato della sua presenza nel cortile. Un alibi grafico, nel quale però non compare S.M., il primo soccorritore di Fortuna, poi arrestato il 23 dicembre del 2014, per abusi sulla figlia dodicenne. Reato per il quale è stato condannato a dieci anni di reclusione. 
 
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