Fuga di notizie sul caso Lavitola: condannati un avvocato e un cancelliere

Fuga di notizie sul caso Lavitola: condannati un avvocato e un cancelliere
Venerdì 6 Maggio 2016, 20:11
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Quattro anni e otto mesi di reclusione all'avvocato, due anni al cancelliere. È il verdetto del Tribunale di Roma emesso oggi al termine del processo per lo scoop di Panorama che nell'agosto 2012 pubblicò la richiesta di arresto avanzata dalla procura di Napoli nei confronti di Valter Lavitola e Gianpaolo Tarantini. Il Tribunale ha condannato l'avvocato Alessandro Maresca e il cancelliere dell'ufficio gip del Tribunale di Napoli Marco Reale: quest'ultimo, secondo la ricostruzione dei magistrati, avrebbe copiato il file dal computer del giudice, al quale era stata trasmessa la richiesta di misura cautelare, e lo avrebbe passato all'avvocato Maresca, suo amico. Sarebbe stato il legale a consegnarlo all'autore dello scoop, il giornalista di Panorama Giacomo Amadori (la cui posizione venne archiviata).

Il processo si è celebrato a Roma in quanto risulta come parte offesa il giudice dell'ufficio gip di Napoli nella cui cancelleria si verificò la fuga di notizie.
Cancelliere e avvocato sono stati riconosciuti responsabili di concorso in rivelazione di segreto di ufficio e accesso abusivo in sistema informatico. La richiesta di misura cautelare a carico di Lavitola e Tarantini era stata avanzata dai pubblici ministeri di Napoli Vincenzo Piscitelli e Henry John Woodcock e riguardava il presunto tentativo di estorsione ai danni di Silvio Berlusconi. Nell'ambito dell'indagine sulla fuga di notizie, la procura dispose anche il sequestro del computer del giudice. L'indagine provocò momenti di tensione negli ambienti giudiziari, e i vertici dell'ufficio gip assunsero l'iniziativa di chiedere alla procura generale di avocare l'inchiesta sottraendola ai pm titolari dell'indagini. Una richiesta che fu respinta. A decidere la trasmissione degli atti a Roma fu il Tribunale del Riesame di Napoli al quale si era rivolto la procura per sollecitare la misura interdittiva nei confronti del cancelliere.
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