Furti d'auto, scoperta la gang
delle utilitarie: trenta denunce

Furti d'auto, scoperta la gang delle utilitarie: trenta denunce
di Giuseppe Crimaldi
Venerdì 19 Agosto 2016, 11:02
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Giravano indisturbati a bordo di auto rubate, certi del fatto che nessuno li avrebbe mai potuti scoprire. Il trucco - come in ogni gioco di prestigio che si rispetti - c'era ma non si vedeva. Lo stratagemma consisteva in una sorta di «clonazione dei numeri di targa e di telaio delle autovetture, quasi sempre utilitarie. E così identificare la macchina come rubata era quasi impossibile. A scoprire tutto sono stati i carabinieri del Radiomobile di Napoli: e così trenta persone sono state denunciate a vario titolo per riciclaggio di autovetture e di soppressione, distruzione o occultamento di targhe.

I primi dubbi sono sorti durante alcuni normali controlli stradali. Poi il fenomeno ha cominciato ad assumere dimensioni preoccupanti. E alla luce sono cominciati ad emergere non soltanto i numeri, ma anche la struttura di un'organizzazione specializzata nel riciclare macchine rubate le cui ramificazioni appaiono decisamente più sviluppate di quanto si sarebbe potuto immaginare. Per questo l'indagine non può considerarsi ancora chiusa.
Ed ecco i risultati dei controlli a tappeto svolti dai militari agliordini del maggiore Alessandro Dominici. Tanto per cominciare il sistema veniva utilizzato per «ripulire» autovetture non di grossa cilindrata, che sono poi quelle che danno più nell'occhio. La tipologia dei vicoli scoperti riguarda quindi prevalentemente le utilitarie: in particolare Fiat 600, Punto e Panda. Tutte auto risultate poi provento di furti commessi a Napoli e in provincia. È stato necessario l'intervento degli esperti della sezione investigazioni scientifiche dell'Arma per avere conferma che le auto erano rubate: i militari, con l'utilizzo di solventi e sostanze particolari, hanno contribuito all'indagine con sofisticate verifiche tecniche.

Tutte le vetture avevano numeri di telaio e targhe di auto dello stesso tipo non oggetto di ricerche e immatricolate tra il 2003 e il 2010, che nel frattempo erano diventate inefficienti, rottamate illegalmente o vendute a terzi. In particolare, gli investigatori hanno accertato che le 29 autovetture erano state denunciate dai legittimi proprietari come provento di furti commessi nel capoluogo e nella provincia di Napoli ma che per circolare regolarmente erano state munite di targhe abbinate ad altre utilitarie non più circolanti o intestate agli stessi conducenti o loro familiari.
Durante i controlli, oltre alle auto, sono state sequestrate anche 48 targhe, 18 certificati di proprietà e 28 carte di circolazione. Nel corso di analoghe operazioni effettuate lo scorso anno, i carabinieri avevano sequestrato 37 auto oggetto di furto o rapina consumati a Napoli, Caserta e Avellino, denunciando altre 39 persone. Gli inquietanti sviluppi di questa nuova inchiesta confermano dunque che siamo di fronte a un fenomeno di ampie proporzioni intorno al quale gravita un vero e proprio sistema al cui interno si muovono anche più organizzazioni delinquenziali. Una vera e propria catena di montaggio che prevede vari passaggi: si comincia dai furti per poi passare alla fase di clonazione e riciclaggio dei veicoli, passando per una rete di soggetti compiacenti che hanno un ruolo determinante nel contattare i nuovi acquirenti delle macchine rubate. Per questo, come detto, proseguono le indagini per rintracciare altri veicoli rubati e riciclati per la «normale» circolazione e individuare altri «furbetti delle targhe».
Nel marzo scorso, ad Agropoli, fu invece la polizia a scoprire un traffico di auto rubate gestito addirittura dal titolare di una concessionaria (poi arrestato). Le indagini accertarono che le macchine rubate anche in altre regioni italiane venivano vendute a ignari acquirenti mediante la contraffazione del numero di telaio e l'applicazione di targhe false, in grado di superare i più attenti controlli.
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