Giallo Napoli Servizi: assume
dipendenti ma appalta i lavori

Una foto d'archivio
Una foto d'archivio
di Luigi Roano
Domenica 25 Settembre 2016, 10:53
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È curioso che Napoliservizi - guidata da Mimmo Allocca, un presidente che descrivono in azienda come un colonnello di ferro - abbia fatto una gara d'appalto per 3,3 milioni con la quale ha affidato i servizi «di sanificazione e pulizia da svolgersi presso le sedi amministrative delle Municipalità ed uffici limitrofi del Comune». Nella sostanza, si toglie all'azienda la mission per la quale era nata, una bizzarria in un Comune dove la via maestra è internalizzare i servizi e affidafidare ai privati pezzi della gestione.

È un po' come gridare «forza Juve» al San Paolo nello scontro diretto tra azzurri e bianconeri, di qui la sorpresa e anche i mal di pancia politici che sui avvertono chiari soprattutto a sinistra. E poi che fine faranno i dipendenti - pubblici - dell'azienda? Come verranno riutilizzati? Potrebbero essere messi nelle scuole come bidelli, questa la voce di popolo che si sente negli uffici del Centro direzionale, ma è tutto da chiarire. Certo è che tra 20 giorni, gli aggiudicatari dovranno manifestarsi, le buste sono ancora chiuse. Perché? È curioso anche questo aspetto della vicenda: il servizio doveva andare in esercizio il primo luglio con scadenza giugno 2018. Una gara indetta sulla scorta, quindi, della sola delibera di giunta. Come se fosse già pronta nel cassetto, tuttavia è noto che le materie di bilancio passano per il Consiglio comunale. Insomma, la decisione sull'esternalizzazione dei servizi è nata nel corso della campagna elettorale.

Periodo nel quale 15 sindacalisti di tutte le sigle sono stati per così dire concentrati in una sede periferica, decisione nella sostanza che non è stata concertata con i sindacati interni all'azienda e nemmeno con quelli di categoria quella dell'esternalizzazione. Insomma, il sospetto che l'azienda possa essere stata utilizzata come una formidabile macchina del consenso, e chi non è voluto entrare in questa sorta di fabbrica dell'obbedienza se la sia vista brutta ci può stare. Solo malelingue al lavoro, oppure c'è un fondo di verità? Allocca - politicamente - è molto vicino a David Lebro ed è molto apprezzato - invece - come manager dal capo di gabinetto Attilio Auricchio. Due personalità forti nel mondo del sindaco Luigi de Magistris. Nel frattempo la Napoliservizi cresce, e come se cresce. La giunta ha approvato la delibera che affida alla società presieduta di Allocca, in regime di house providing, «le attività di assistenza scolastica e trasporto sociale afferenti il settore del welfare». Con questo atto - nella sostanza - si pensiona la Napoli sociale e 368 dipendenti passano alla Napoliservizi da dove gestiranno l'assistenza agli studenti con disabilità.

Dunque quasi 3,5 milioni escono dalla società e vanno nelle casse di privati mentre la Napoliservizi cresce come numero di dipendenti. E non è la prima volta. Nei 24 compiti di istituto della superazienda ce ne è uno più o meno recente, vale a dire la manutenzione delle case del Comune oltre che la dismissione del patrimonio. Ebbene, anche questo servizio di fatto è esternalizzato, perché ci sono decine di subappalti a cooperative che provvedono a mettere in sicurezza le case dei rioni più popolari. Una gestione, quella della Napoliservizi, che mostra qualche crepa. Nel senso che la vicenda dei superminimi per la quale Allocca è stata santificato a guardare i bilanci della società inizia a sembrare una leggenda metropolitana. Sono stati eliminati solo i superminimi da 100 e da 162 euro alla fasce bassissime di retribuzione, quelli da 4000 e passa euro - sono 13 - poi si scende, si fa per dire, tra i 2000 e i 3000, hanno subito un vernissage o poco meno: ora si chiamano indennità di funzione e sono state sgrossate del 10%. Mentre il colonnello Allocca ha costruito la sua squadra d'attacco, la Uoc, acronimo che dovrebbe stare per «Unità operativa centrale» dove si sviluppano progetti e idee e dove circolano soldi, si intenda bene, premi, tutto regolare. Come dire che siamo al cospetto della più lucente legalità formale.
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