Appalti, per Bagnoli modello Expo, parla Cantone:
«Giochiamo la partita più difficile, pronto a coinvolgere il Comune»

Appalti, per Bagnoli modello Expo, parla Cantone: «Giochiamo la partita più difficile, pronto a coinvolgere il Comune»
di Gerardo Ausiello - INVIATO
Martedì 24 Maggio 2016, 23:56 - Ultimo agg. 25 Maggio, 09:56
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Roma. «Il metodo che seguiremo è quello adottato per l’Expo, ma siamo consapevoli che Bagnoli non è l’Expo». È una strada in salita quella che si prepara a percorrere Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità anticorruzione, in prima linea, insieme con il governo, il commissario, Invitalia e gli enti locali, nel processo di bonifica e rilancio dell’area ex Italsider.

Vuol dire che per Bagnoli ci sarà da soffrire più che per l’Expo?
«Certamente quella di Milano non è stata un’impresa semplice ma lì c’era un quadro più chiaro, nel senso che le aree scelte erano state acquistate dalla società organizzatrice e per quei siti si dovevano predisporre le gare e aggiudicare gli appalti. Nel caso di Napoli, invece, vi sono aree sottoposte a sequestro da parte dell’autorità giudiziaria, terreni che sono nella disponibilità della curatela fallimentare e altre aree su cui insistono una serie di vincoli ambientali e paesaggistici. Sarà assolutamente indispensabile avviare un confronto costruttivo con il procuratore della Repubblica, con il presidente del Tribunale e con il presidente della Sezione fallimentare».

Siete certi che, in presenza di situazioni così diverse, sia utile applicare la stessa ricetta?
«Quel metodo ha funzionato per Expo e può funzionare per Bagnoli dove, sia per la complessità degli interventi che per il contesto in cui verranno avviati, sono necessarie la massima sorveglianza e un’attenzione costante».

Cosa prevede, in concreto, l’accordo sottoscritto dall’Anac con la presidenza del Consiglio, con il commissario straordinario e con Invitalia?
«Applicheremo integralmente il sistema dei controlli già collaudati, anche approfittando del fatto che il nuovo codice degli appalti consente misure specifiche di contrasto alla corruzione e alla criminalità organizzata. Vaglieremo preventivamente tutti gli atti: bandi, capitolati, contratti, varianti; ci concentreremo sulle commissioni di gara e sulle delicate fasi di valutazione delle offerte. Allo stesso modo monitoreremo le fasi dell’esecuzione. L’obiettivo è individuare, lungo il percorso, eventuali criticità e pericoli per correggerli o rimuoverli in tempo utile. Sarà, insomma, un’attività di controllo e verifica a 360 gradi, dall’inizio alla fine».

Quali possono essere le insidie nei capitolati d’appalto?
«Capita di imbattersi in alcuni punti deboli dei bandi. Determinate clausole, infatti, possono essere inserite per favorire un’impresa piuttosto che un’altra. Occorre la massima attenzione soprattutto ai dettagli, che spesso fanno la differenza perché consentono di creare un abito su misura per una ditta in particolare. Per un’attività così complessa occorre allora la giusta dose di esperienza e di conoscenza della materia, ma anche una squadra efficiente e rodata».

L’Autorità anticorruzione da lei presieduta riceve continue richieste di intervento, da Nord a Sud. Avete forze sufficienti per rispondere a tutte le sollecitazioni che vi arrivano?
«Il lavoro e le responsabilità non mancano, ma nel caso di Bagnoli e dell’Expo abbiamo una struttura interamente dedicata. Il gruppo della Finanza che opererà sarà lo stesso che ha operato per Expo e che ha acquisito un background di conoscenze elevatissimo. Si tratta di una squadra che è stata creata proprio per gli appalti dell’Expo, che oggi si sono ridotti notevolmente perché restano solo quelli legati allo smontaggio e alla rimozione delle opere. Una buona parte delle forze e delle energie può quindi essere dedicata ai nodi da sciogliere nell’area occidentale di Napoli. Anche perché siamo in presenza di una situazione eccezionale, quasi una missione impossibile. Peraltro il coinvolgimento della Finanza nelle operazioni ha come effetto indiretto di scoraggiare le infiltrazioni criminali».

Quando si parla delle opere pubbliche, l’incognita è sempre rappresentata dai tempi. L’accordo che avete sottoscritto prevede un rigido cronoprogramma ma le procedure sono molto complesse. Riuscirete a rispettarlo?
«Per gli atti più semplici l’istruttoria dev’essere completata in una settimana, per quelli maggiormente spinosi ne abbiamo a disposizione due. Naturalmente questi tempi si riferiscono all’invio dei nostri pareri, che però spesso non si limitano solo ad autorizzare o bocciare le gare perché sono quasi sempre accompagnati da osservazioni, suggerimenti e indicazioni. Quest’attività di confronto potrebbe in linea di principio determinare un allungamento della tempistica ma in realtà, proprio con Expo, abbiamo sviluppato un sistema di interlocuzione con le stazioni appaltanti estremamente rapido ed efficace. Questo lavoro preventivo è fondamentale perché consente da un lato di arginare il rischio di ricorsi alla giustizia amministrativa e dall’altro di evitare contenziosi determinati dalle varianti ai progetti».

Quanti ricorsi avete dovuto affrontare per gli appalti di Expo?
«Non c’è stato nessun ricorso al Tar su gare e aggiudicazioni da noi controllate».

A proposito di aggiudicazioni: non c’è più il famigerato criterio del massimo ribasso, ma i problemi restano.
«Il nuovo codice degli appalti fissa il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa. Paradossalmente però, per quanto discutibile, il parametro del massimo ribasso era più oggettivo di quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa, che lascia ampi margini di discrezionalità. Ecco perché, a maggior ragione con questo criterio, sono fondamentali le valutazioni che vengono fatte a monte».

Basta che si parli di Bagnoli e subito tornano le polemiche tra Renzi e de Magistris.
«I nostri interlocutori istituzionali sono il commissariato e Invitalia, ma è evidente che questa attività dovrà essere svolta anche in collaborazione con gli enti locali e con il Comune. È interesse di tutti che vengano garantiti la legalità e il rispetto delle regole».

De Magistris ha detto: «La presenza di Cantone mi tranquillizza».
«Mi fa piacere, del resto i rapporti personali tra me e de Magistris sono buoni.

Il momento che stiamo vivendo è oggettivamente delicato perché siamo in campagna elettorale, ma ritengo che l’obiettivo di tutti sia fare qualcosa di utile e importante per Napoli. Per questo noi collaboreremo sempre con il Comune, chiunque sarà il sindaco».

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