Giugliano, blitz nella casa famiglia
papà rapisce il figlio di sette anni

Giugliano, blitz nella casa famiglia papà rapisce il figlio di sette anni
di Mariano Fellico
Lunedì 22 Agosto 2016, 17:35
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Di lui si sono perse le tracce da 22 giorni. È stato rapito e portato via. Si tratta del piccolo Stefano, bimbo rom di sette anni, che era stato affidato ad una casa famiglia di Cassino dal tribunale dei minori. A rapire il piccolo, secondo gli operatori del centro, è stato il padre che è ora ricercato dalle forze dell’ordine.

Tutto è successo poco dopo le otto e trenta di sera del primo agosto. Bussano al campanello del centro. Un’operatrice, credendo fosse una collega, apre la porta e si ritrova davanti due persone coi volti coperti. I piccoli ospiti stanno cenando. Uno impugna un coltello dal tavolo e intima alle due dipendenti della struttura di non opporre resistenza. L’altro, invece, chiama il bambino per nome e lo porta via. «È il padre di Stefano – racconta una delle operatrici – quello che ha preso il piccolo». La ragazza non ha dubbi: lo ha riconosciuto nonostante abbia il volto parzialmente coperto. Il tutto accade davanti agli occhi increduli di altri bambini, tra cui anche la sorella del piccolo rom, ragazzina di appena 16 anni.

Immediata la denuncia ai carabinieri di Cassino. Partono le ricerche. Le operatrici telefonano al padre del piccolo che risponde una sola volta: «Lo riporto domani». Poi il silenzio, il telefono squilla a vuoto. L’uomo risiedeva al campo rom di Giugliano, l’ex campo 7 in località Masseria del Pozzo, poi trasferito a giugno in una ex fabbrica di fuochi d’artificio di via San Francesco a Patria. Il padre, la madre e gli altri figli erano soliti sostare nel giuglianese ma anche a Roma, nel parcheggio di casetta Mattei. Dalle ricerche, però, nulla è stato trovato.

La polizia e i carabinieri di Giugliano, diretti dal dirigente Trocino e dal capitano De Lise, hanno eseguito diversi controlli nei vari insediamenti rom presenti sul territorio ma senza esito. Di loro non ci sono tracce, come anche nella Capitale. Il piccolo Stefano, insieme alla sorella, erano stati affidati alla casa famiglia dopo la sospensione dell’esercizio della potestà genitoriale del padre e della madre decisa dal tribunale dei minori. Le ricerche continuano: sul padre pende l’accusa di sottrazione di minore. 
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