Giusy minacciata dall'ex, l'arresto dopo 6 denunce: «Finalmente sono libera»

Raccolto da polizia e procura l'allarme lanciato dal Mattino

Una donna vittima di violenza dai carabinieri
Una donna vittima di violenza dai carabinieri
di Giuliana Covella
Venerdì 25 Agosto 2023, 09:14 - Ultimo agg. 26 Agosto, 07:36
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«Sono contenta, finalmente mi hanno tutelata». Sono queste le prime parole che Giusy V., 39enne di Secondigliano e madre di due ragazzi di 16 e 21 anni, al telefono con il suo avvocato, Carla Maruzzelli, poco dopo aver saputo dell'arresto ieri mattina dell'ex marito che per vent'anni le ha rovinato la vita, usandole violenza durante il matrimonio e anche dopo, dopo la separazione avvenuta una decina di anni fa, vessandola e minacciandiola di morte. Dopo sei denunce contro Diego M., 42 anni, già finito in passato dietro le sbarre per maltrattamenti in famiglia, stalking e detenzione di armi, la donna - che oggi lavora e vive con i genitori assieme ai due figli - è riuscita a ottenere ciò che invocava da tempo: «Dopo quello che ho subìto, insieme alla mia famiglia, finalmente si realizza ciò che ho sempre chiesto rivolgendomi alla polizia: ringrazio "Il Mattino" a cui ho voluto raccontare la mia storia, il procuratore aggiunto Raffaello Falcone e il commissariato. Credo nella giustizia, deve funzionare per tutte. Altrimenti ci saranno sempre vittime».

Lo scorso 19 agosto Giusy, giovane mamma lavoratrice, aveva deciso di raccontare attraverso le pagine del nostro giornale la sua storia fatta di violenze quotidiane, che andavano avanti da quando era solo un'adolescente. «All'inizio lui sembrava un bravo ragazzo - aveva raccontato - poi i primi campanelli d'allarme, la sua gelosia arrivava al punto da non farmi stare nemmeno affacciata alla finestra».

Col tempo si manifestò l'indole violenta di lui, che arrivò a picchiarla finanche mentre era incinta. Percosse, minacce, insulti che in questi anni hanno fatto piombare Giusy in una spirale di violenza senza uscita. Una situazione che è andata via via peggiorando con pedinamenti e telefonate nel cuore della notte. Ma anche lettere intimidatorie dal carcere da cui, una volta uscito, il 42enne è arrivato addirittura a sparare contro il balcone dell'ex moglie e a dare fuoco sia all'auto di lei sia all'ingresso della casa dove la donna abita con i genitori e i figli di 16 e 21 anni. Eppure sei denunce - di cui l'ultima il 14 agosto (quando di notte l'uomo aveva citofonato e minacciato di morte l'ex suocero) - non erano bastate per allontanare in via definitiva Diego.

«Non mi sento tutelata - era il timore della donna - ho paura finanche di andare al lavoro». Sul caso erano intervenute in questi giorni la senatrice Pd Valeria Valente, la deputata di Fi Annarita Patriarca e la consigliera regionale Bruna Fiola, oltre a Rosa Di Matteo, coordinatrice dei Centri antiviolenza del Comune di Napoli. Prima dell'arresto dell'uomo avvenuto ieri mattina, Giusy si era infatti rivolta più volte alla polizia per denunciare i tanti episodi in cui l'ex marito aveva manifestato condotte violente. Anche qualche giorno fa, alla vigilia di Ferragosto, quando si era recata a sporgere denuncia insieme ai familiari, si era accorta di essere stata ancora una volta pedinata dal 42enne. Motivo per cui i poliziotti avevano dovuto scortarla fino a casa.

Dopo l'intervista a "Il Mattino", Giusy era stata di nuovo convocata dal commissariato di polizia di Secondigliano, guidato dal primo dirigente Raffaele Esposito. Proprio agli agenti sia la donna che i suoi genitori avevano denunciato per ben sei volte le condotte criminose dell'ex coniuge, che continuava a minacciarla e a perseguitarla, fino ad arrivare a esplodere colpi di pistola contro il balcone di lei, una decina di giorni fa. Ma nessun provvedimento era stato preso, fino al momento in cui il caso non è arrivato, venerdì scorso, sulla scrivania del procuratore aggiunto della Repubblica Raffaello Falcone, alla guida della IV sezione fasce deboli della Procura di Napoli.

«La signora aveva denunciato più volte in passato e il suo ex era stato già arrestato due volte, nel 2014 e nel 2018 - spiega l'avvocatessa Maruzzelli - ma dopo aver espiato la condanna per maltrattamenti in famiglia non ha mutato i suoi propositi ed è stato nuovamente denunciato dai genitori e da Giusy il 14 agosto. Anche nel 2018 sono intervenuta a suo supporto, quando l'uomo le scrisse lettere minacciose dal carcere e in quel caso la Procura chiese la misura cautelare che fu negata dal Gip; è stato necessario segnalare la continuità nelle condotte criminose e che le lettere minacciose non erano fini a se stesse. Solo così il Gip ha emesso la misura a protezione della mia assistita. Ora guardo con favore alla modifica legislativa che consente la misura di prevenzione finora applicata ai mafiosi anche contro persone che vengono solo denunciate in modo reiterato per queste gravi condotte - aggiunge la legale - auspico si faccia presto perché gli strumenti attuali non sono sufficienti per arginare quest'emergenza sociale».

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