Graziano, brindisi dopo il voto con Zagaria

Graziano, brindisi dopo il voto con Zagaria
di Leandro Del Gaudio
Sabato 30 Aprile 2016, 08:39 - Ultimo agg. 14:20
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Un appalto che - nell'ottica dell'ex sindaco oggi in galera - diventa «questione di vita o di morte». E una serie di interventi istituzionali, di politici e uomini di governo, che finiscono in un'informativa dei carabinieri, a sostegno di arresti, intercettazioni e sequestri. Eccoli i retroscena delle indagini culminate nelle manette all'ex sindaco di Santa Maria Capua Vetere Biagio Maria Di Muro e al presunto imprenditore camorrista Alessandro Zagaria, in una storia che vede indagato per camorra l'ex presidente regionale del Pd Stefano Graziano. Al centro di tutto, il restauro di Palazzo Teti Maffuccini, con un finanziamento di oltre 2 milioni, che ha visto interessati anche altri esponenti del mondo politico: vengono contattati dalla presunta cricca campana il viceministro all'Interno Filippo Bubbico, altri due esponenti del Pd, vale a dire il sottosegretario Umberto Del Basso de Caro e la parlamentare Camilla Sgambato (tre nomi da ritenere doverosamente estranei alle indagini, ndr).

Liquore per la festa al consigliere Il tutto corredato da immagini, frutto di appostamenti mirati: come quello dello scorso 16 giugno, all'esterno della sede elettorale di Graziano, a Teverola, dove avviene l'incontro tra Zagaria e il neo eletto Graziano. È uno dei «plurimi» faccia a faccia di cui parlano i pm nel decreto di perquisizione che ha raggiunto in questi giorni lo stesso Graziano. Inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli, seguiamo la gittata di una indagine che macina nomi eccellenti del mondo politico e professionale campano. È il 15 giugno del 2015, quando viene intercettata una telefonata di Zagaria a Graziano, che gli dà del tu e lo chiama Alessandro. Viene organizzato un servizio di osservazione, nei pressi del comitato, a pochi metri da una gigantografia del consigliere neo eletto. Incontro, saluti, l'ingresso nel comitato assieme ad un'altra persona, mentre pochi minuti dopo è ancora Zagaria a prelevare una bottiglia di liquore per fare rientro nel comitato. È la riconoscenza-compiacimento di cui si parla da giorni, a proposito dei rapporti tra i due? 

I voti da portare a «isso» Al centro delle indagini, c'è una sorta di «patto» elettorale. Lo avrebbero siglato l'ex sindaco e lo stesso Zagaria, per ottenere l'elezione di Graziano, per poi fare leva sul suo ruolo nella monetizzazione dell'appalto di Palazzo Teti. Ed è più volte ripetuta, all'interno della informativa di pg, una frase di Zagaria: «Adesso sto vedendo per due voti a isso, hai capito come sto?». 

Questione di vita o di morte Un appalto su cui si agitano in tanti. È il primo marzo del 2015, dunque. Di Muro: «Non ti dimenticare Bubbico!!»; Graziano: «No stai tranquillo»; Di Muro: «È una questione di vita o di morte...»; Graziano: «Fammi passare oggi, dai Biagio». Di Muro: «Eh...oggi lo so». Graziano: «Non mi dire niente che c'è una guerra». Un intervento su cui i carabinieri non hanno dubbi, tanto da sottolineare che «l'intervento di Graziano presso la commissione ad acta del ministero» (dell'Interno, che gestisce i beni confiscati, come nel caso del Palazzo di Santa Maria Capua Vetere, ndr) è stato «fondamentale per ottenere il trasferimento del finanziamento e, di conseguenza, avere tempi meno stringenti previsti dal precedente capitolo di spesa, scongiurando la perdita del beneficio. Ovviamente - insistono gli inquirenti - tale favore sarà la contropartita per il procacciamento dei voti a favore di Graziano». Vicenda che merita una premessa: l'interessamento di Graziano per evitare il blocco dei fondi e fare inserire il finanziamento in un diverso capitolo non costituisce un illecito. 

La replica di Bubbico Tirato in ballo dalle intercettazioni, in serata Bubbico risponde con una nota: «Un'iniziativa che ha riguardato 340 progetti, su specifica richiesta dei comuni interessati; a gennaio di quest'anno, su richiesta di Stefano Graziano, ho attivato la mia Segreteria perché raccogliesse informazioni sull'istanza presentata da quel Comune.

L'Ente locale, già beneficiario di un finanziamento a valere sui fondi del Programma Operativo Nazionale Sicurezza 2007-2013 - spiega Bubbico - chiedeva che il progetto di recupero del Palazzo Teti Maffuccini fosse posto a carico delle risorse del Piano di Azione Giovani, Sicurezza e Legalità (PAG), un Programma collaterale frequentemente utilizzato a salvaguardia del completamento di molti progetti Pon. Il trasferimento dal Pon al Pag - conclude il viceministro - ha riguardato complessivamente 340 progetti su specifica richiesta dei Comuni interessati».

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