La denuncia di Selvaggia Lucarelli
«Ho visto quel filmato e ho agito»

La denuncia di Selvaggia Lucarelli «Ho visto quel filmato e ho agito»
di Francesco Lo Dico
Domenica 25 Settembre 2016, 10:13 - Ultimo agg. 10:34
4 Minuti di Lettura

«Pura cattiveria». Selvaggia Lucarelli, volto noto della tv e giornalista del Fatto quotidiano, è ancora indignata. È stata lei a rilanciare sul suo profilo Facebook la notizia dell'ennesimo caso di cyberbullismo perpetrato ai danni della giovane ragazza di Pozzuoli finita in pasto a sguardi morbosi per via di un filmino intimo che ha circolato nei giorni scorsi su WhatsApp. Ed è stata la stessa blogger, ad avere forse fermato per tempo la partita di giro che avrebbe potuto dare in pasto alla rete l'ennesimo video hot trafugato da uno spazio intimo che tale doveva restare. Ma a mandare su tutte le furie la giornalista, è stata anche la reazione di un giovane, che su Facebook si è compiaciuto di aver visionato il video della ragazza campana, con beceri insulti e chiare allusioni ai contenuti della clip, incorniciate da precisi hashtag, che possono ricondurre al video in questione e all'identità della ragazza.

Niente. Neppure il suicidio di Tiziana Cantone sembra aver scosso le coscienze di tutti. Possibile che i giovani siano così insensibili anche di fronte alla morte?
«Prima che la vicenda di Tiziana esplodesse in tutta la sua tragicità, ci si poteva appellare alla superficialità, alla leggerezza con cui i ragazzi condividono certi video senza pensare alle conseguenze che certe azioni distratte possono avere sulla vita di un'altra persona. In quel caso, si è agito in nome di una certa ignoranza criminosa. Ma ora che la storia di una ragazza che si è suicidata a causa della gogna subita sul web è diventata nota in ogni angolo del mondo, non c'è più nessuna scusa che regga: chi fa riferimenti espliciti a un'altra giovane come quella di Pozzuoli, e si chiede poi beffardo se l'eventuale suicidio della nuova vittima dovrà portarselo sulla coscienza, dimostra pura crudeltà, il chiaro intento di farle del male per il piacere di farlo. Un altro utente, compiaciuto dai commenti dell'amico in questione, ieri si è chiesto: Chissà se si impicca. Proprio il destino che Tiziana ha scelto per sé. Pura cattiveria, ci sono tutti gli estremi di un nuovo caso di bullismo».
Come hai saputo del nuovo video che vedeva protagonista la ragazza di Pozzuoli?
«Il caso mi è stato segnalato da un amico di Roma. Dopo aver ricevuto il video l'ho consegnato alla polizia postale di Milano, perché stava diventando virale. La ragazza è stata velocemente identificata. E probabilmente anche il ragazzo che era nel video con lei, che non è necessariamente la persona che lo ha diffuso. La famiglia è stata rapidamente allertata, e secondo quanto mi risulta la madre della giovane coinvolta ha preso subito in mano la situazione. È andata a sporgere denuncia al commissariato di Pozzuoli». 
Come sta la ragazza? Ci hai parlato?
«Non l'ho fatto direttamente. Si è cancellata dai social. Posso immaginare che sia spaventata».
Il video è finito in rete?
«Per quello che ne so non è ancora reperibile sui siti, ma ha avuto su Whatsapp un preoccupante numero di condivisioni, che non consentono di escludere del tutto che qualcuno lo abbia caricato sul web. La polizia postale si è mossa immediatamente. La vicenda di Tiziana Cantone ha sensibilizzato tutti, perché agire tempestivamente può scongiurare il peggio».
Altrettanta prudenza manca però nei commenti di alcuni soggetti, come quello che hai giustamente bacchettato.
«Si fatica a comprendere quanto possa essere violento l'impatto di un commento social sulla vita reale di una persona. E si fa fatica a capire anche che una ragazza come Tiziana, si è fatta riprendere in nome di un patto intimo, che è stato poi tradito con la diffusione in rete. È la logica del branco che muove piccoli gruppetti a sbeffeggiare la dignità altrui. Ma il dato interessante è che sui social non si tratta soltanto di ragazzini in vena di spacconerie, ma anche di ragazze che amano compiacerli quando assumono questi atteggiamenti».