Le Iene a Napoli: «Quel servizio è una bomba sociale»

Le Iene a Napoli: «Quel servizio è una bomba sociale»
di Giuseppe Crimaldi
Martedì 3 Maggio 2016, 12:42
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La Malanapoli. La città dei baby boss, del sangue e del piombo. Quella dei morti ammazzati e dei rioni nei quali le pistole circolano libere, la metropoli che non dorme mai, il crocevia delle «stese» di moto che imperversano giorno e notte. Il corpifuoco della camorra. Bella Napoli: un pacchetto di orrori e frasi fatte che si vende sempre a buon mercato, specie quando va in onda in televisione.Fa discutere l'ultimo servizio delle «Iene» trasmesso domenica sera su Italia 1. Nel servizio curato dall'inviato Giulio Golia si torna a parlare del braciere incandescente sul quale poggia la città in balìa di bande composte da giovanissimi delinquenti che cercano di occupare le caselle lasciate vuote dai veri boss, i pezzi da novanta che solo fino a qualche anno fa facevano tremare le vene ai polsi dei loro nemici.

Ammainata la bandiera del crimine, gli storici capiclan finiti al 41 bis o in località protetta dopo aver deciso di pentirsi e di collaborare con la giustizia hanno lasciato una terra bruciata sulla quale le nuove generazioni di criminali cercano di far germogliare il nuovo fiore del male. E così tra un frizzo, un lazzo e uno stacchetto musicale con tanto di giravolta dei conduttori del fortunato programma di Italia 1, ecco servita la Malanapoli.Nulla di nuovo, a dire il vero, per chi conosce la realtà e descrive ogni giorno il degrado di quartieri nei quali lo Stato è assente ed è il «Sistema» ad aiutare migliaia di persone a mettere il piatto a tavola. La droga, le estorsioni, l'usura, gli omicidi, le paranze di bimbi e adolescenti strafatti di cocaina: la summa dei luoghi comuni in prima serata fa sempre sudience.Sia chiaro: il servizio firmato da Golia è lo specchio fedele di quello che chi vive a Napoli - e tanto più di chi ha la sventura di abitare nei quartieri di frontiera - subisce quotidianamente. Una mappa che descrive a macchia di leopardo una situazione che di giorno in giorno si fa più estesa e inquinata: il Rione Traiano, Ponticelli, la Sanità, Scampia, Secondigliano, il rione Don Guanella, Piscinola, Miano, Pianura, Cavalleggeri, e chi più ne ha più ne metta. Argomenti che - mai come in questa vigilia elettorale - dovrebbero diventare argomenti centrali di ogni candidato sindaco. Scrive l'ex governatore della Campania Antonio Bassolino sulla sua pagina Facbook: «Davvero impressionante il servizio delle Iene sui baby boss, girato in gran parte a Scampia e alla Sanità. In altri quartieri è anche peggio. Ma la politica locale e nazionale chiude gli occhi e questo tema enorme è del tutto assente dalla campagna elettorale».

Consensi, tanti. E tanta indignazione. Il web, come sempre, si conferma la cartina di tornasole, il polso e il termometro del gradimento. C'è chi parla di «Sputtanapoli», chi mette in dubbio che dietro i protagonisti con tanto di mephisto calato sul volto e voce travisata per ovvie esigenze di riservatezza possano nascondersi dei figuranti; c'è chicondivide e chi dissente. Fa sentire la propria voce anche uno dei sacerdoti più impegnati nel sociale alla Sanità, padre Alex Zanotelli. «Bomba sociale»: così il missionario definisce la situazione che a Napoli sta creando una miscela esplosiva capace di fondere il peggio del peggio, incoraggiando l'abbraccio mortale tra vecchie e nuove generazioni di delinquenti.Strepitoso successo di visioni e condivisioni. Le Iene si conferma uno dei programmi più seguiti e apprezzati, soprattutto dalla fascia giovanile. E le conferme arrivano anche dai social network. Alle 21 di ieri sera la pagina Facebook delle «Iene» aveva toccato quota diecimila contatti per il servizio girato a Napoli. «Ma perché una volta tanto non venite nel Rione Sanità a vedere quello che di bello facciamo noi del nuovo teatro Sanità coi ragazzi del quartiere? Ogni racconto parziale in qualche modo falsifica la realtà», commenta Mario Gelardi. «Napoli fa audience..», aggiunge laconico Franco Parisi Girone. 
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