Mugnano, la resa del baby bullo:
«Sono pentito, ricevo insulti e minacce»

Mugnano, la resa del baby bullo: «Sono pentito, ricevo insulti e minacce»
di Ferdinando Bocchetti
Mercoledì 22 Marzo 2017, 09:14 - Ultimo agg. 12:52
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MUGNANO - Hanno deciso di rompere il silenzio gli amici e i conoscenti di uno dei cinque ragazzini che venerdì scorso, in via Cesare Pavese, era nel gruppetto che ha ridotto Fabio ad una maschera di sangue. Quel muro di omertà, che sembrava destinato a non sfaldarsi, sta cadendo invece sotto i colpi del clamore mediatico. Èpentito Luca (nome di fantasia), uno dei cinque ragazzini individuati dai carabinieri e segnalati all'autorità giudiziaria, ma non ha avuto ancora il coraggio, la forza di chiedere scusa a Fabio e ai suoi genitori. Non frequenta la sua stessa scuola e, a sentire i racconti di chi lo ha incontrato nei giorni successivi al pestaggio, appare molto provato, scosso, profondamente turbato da quanto accaduto e dall'eco che ha avuto la notizia dell'aggressione subita dal suo coetaneo. Turbati anche i suoi genitori, che lo hanno spedito per un po' lontano da Mugnano. Una punizione, insomma. O, forse, un allontanamento voluto per il timore di qualche ritorsione. «È ospitato da alcuni parenti che vivono in un'altra città - dicono i suoi amici - ci ha raccontato di non aver partecipato materialmente all'aggressione di Fabio, ma di esser stato ugualmente bersaglio di minacce e offese sui social network».

Venerdì scorso Luca era in compagnia di quattro amici. Gironzolavano per le strade adiacenti alla scuola Filippo Illuminato, quella frequentata da Fabio. In via Cesare Pavese, nei pressi di un supermarket, avrebbero incrociato il 13 enne e il suo amichetto. Secondo la versione di Luca, raccontata nelle ore successive agli amici, l'aggressione sarebbe partita perché il leader del gruppo, quello più aggressivo e violento, si sarebbe infastidito per uno «sguardo di troppo». Da lì sono partite prime le offese e, dopo un po', i calci e i pugni all'indirizzo del piccolo Fabio. Luca, però, si sarebbe subito allontanato, per paura di finire nei guai, e si sarebbe «limitato» ad assistere all'aggressione.
«Il ragazzo si sente in colpa per quel che è accaduto a Fabio - aggiungono i conoscenti della sua famiglia - ma non merita di essere a sua volta il destinatario di insulti o, peggio ancora, di minacce. Èun ragazzino che ha sbagliato, ma non è un bullo, non è un teppista e nemmeno un criminale in erba. Ha commesso un grave errore, certo, soprattutto nel frequentare certi elementi. Si è fatto trascinare. A quell'età può capite. Siamo certi che abbia capito di essersi comportato male e compreso la lezione».

Ma quali minacce sarebbero state rivolte a Luca da chi lo ha contattato sulla sua pagina Facebook? «Dicono che lo vogliono picchiare, che gli romperanno la testa, che non la passerà liscia sottolineano i suoi amici anche per questa ragione i suoi familiari hanno deciso che era meglio, almeno per un po', fargli cambiare aria». Anche i suoi genitori sono turbati da quanto accaduto la scorsa settimana. «Stanno passando un momento difficile dice chi li conosce bene Di certo non si aspettavano una cosa del genere. Passata la bufera, nei prossimi giorni vorrebbero incontrare i genitori di Fabio. Vogliono scusarsi, ma allo stesso tempo sono anche preoccupati per Luca e per le cattive frequentazioni dell'ultimo periodo».

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