Il Comune «dimentica» di pagare
36mila bollette a Enel per 10milioni

Il Comune «dimentica» di pagare 36mila bollette a Enel per 10milioni
di Paolo Barbuto
Lunedì 3 Luglio 2017, 00:00 - Ultimo agg. 08:53
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La prima bolletta ha un valore di 1.881 euro, l’ultima è di appena 23,95 euro: in mezzo altre trentaseimila bollette, tutte riferite all’anno 2016, tutte inviate da Enel Energia al Comune di Napoli che non ne ha pagata nemmeno una. Il valore totale supera i dieci milioni di euro; voi lettori ci perdonerete se non riusciamo ad essere precisi al centesimo, ma occorrerebbero giorni e notti di lavoro per fare la somma di tutte quelle fatture dell’anno scorso che Palazzo San Giacomo ha dimenticato di saldare e che oggi tornano prepotentemente a galla perché sono state «cedute».

L’Enel ha chiuso un accordo con una banca per la cessione del credito; adesso quella montagna di soldi il Comune dovrà darli a Ifis Banca che s’è presa l’onere di recuperarli. L’operazione è ormai una consuetudine per quasi tutti i fornitori di beni e servizi del Comune di Napoli: dalle piccole strutture che si occupano dell’ospitalità ai minori alle partecipate come l’Asìa. Chi non può permettersi di aspettare i tempi biblici del Comune (perché i soldi che gli spettano sono necessari per andare avanti) prende le fatture e le passa a una banca perdendo un po’ di guadagno ma ottenendo in cambio la certezza che quei soldi arriveranno immediatamente. Insomma, la cessione del credito non è, di per se, una novità, peraltro la stessa Enel considera abituale questo tipo di attività, e non solo quando il debitore è il Comune di Napoli. In questo caso però, è la gigantesca quantità di fatture che trasforma questo evento in notizia.

Per farvi capire quant’è «immenso» il debito del Comune nei confronti di Enel, cerchiamo di aiutarvi regalandovi un’immagine: parliamo di circa 36.800 bollette che, messe in fila, coprirebbero più di undici chilometri. Ecco, diciamo che il Comune di Napoli s’è distratto e non ha «visto» undici chilometri di bollette per l’energia elettrica. La vicenda, naturalmente, è venuta fuori solo in seguito alla comunicazione ufficiale della cessione del credito da parte di Enel, pratica che, per legge, un Comune ha l’obbligo di rendere immediatamente pubblica. Ecco, dunque, che tutti i dettagli delle bollette non pagate sono stati resi noti alla cittadinanza proprio dall’Amministrazione Comunale.

Ma come si arriva a mettere assieme bollette per più di dieci milioni di euro in un anno? Per un Comune è abbastanza facile, perché le utenze sono tantissime. Sappiate, ad esempio, che solo per una parte della pubblica illuminazione, secondo i dati forniti da palazzo San Giacomo, nel 2016 è stata spesa una cifra prossima al milione e duecentomila euro (1.184.744,85 per la precisione). Il dato viene fornito con precisione estrema dal dirigente del servizio «Grandi reti tecnologiche e pubblica illuminazione», Arnaldo Stella il quale prende atto della cessione del credito da parte di Enel per il controvalore della porzione di debito comunale che rientra nella sua specifica competenza.

Il resto delle bollette inevase è ascrivibile, in maniera più generica, ad uffici comunali e a scuole di pertinenza di palazzo San Giacomo, anche se il dettaglio è complicatissimo da afferrare, anche perché l’immensa montagna di fatture non ha un andamento «costante»: esistono documenti del valore di poche decine di euro e superbollette che superano i 40mila euro per un solo bimestre di fornitura. Impossibile capire, attraverso quel solo documento, qual è la struttura che consuma di più. E forse sarebbe anche inutile perché qui non è in discussione la necessità ineludibile di illuminare strade, scuole e uffici e l’importanza di dotare ogni struttura di forniture elettriche adeguate; piuttosto è singolare che sia stato maturato un debito così consistente senza ipotizzare un pagamento immediato, in modo da evitare di far finire anche questa partita nel novero delle cessioni di credito a una banca.


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