Il Comune di Napoli: «Tassa rifiuti,
Federico II morosa, debito milionario»

Il Comune di Napoli: «Tassa rifiuti, Federico II morosa, debito milionario»
di Valerio Esca
Sabato 22 Luglio 2017, 11:01
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Da dieci anni l'Università Federico II non paga la Tari al Comune di Napoli. Ammonta a 69 milioni di euro il debito complessivo per la tassa sui rifiuti, che l'ateneo federiciano ha contratto con il Municipio dal 2008 ad oggi: 24 milioni negli ultimi tre anni e 45 milioni dal 2008 al 2012. Per questi ultimi è in corso la procedura coattiva di Equitalia. Il caso è esploso durante l'udienza pubblica di ieri, presso la sezione di controllo regionale della Corte dei Conti, dove il Comune era chiamato ad esporre le controdeduzioni dopo il deferimento ricevuto da parte dei magistrati contabili, rispetto alla legittimità della delibera di rimodulazione del piano di rientro del 30 settembre 2016 e all'accertamento di alcuni debiti posti in bilancio.

Il primo a rivolgersi al collegio giudicante, presieduto da Giovanni Coppola, è stato l'assessore al Bilancio Enrico Panini. «Abbiamo fatto partire 400 comunicazioni a tutti quelli che consideriamo i grandi debitori verso il Comune» ha spiegato l'assessore, intento a rimarcare «l'impegno che il Municipio sta mettendo in campo» dopo i rilievi posti dalla Corte dei Conti. «Sulla Tari abbiamo verificato - ha chiarito l'assessore - che i grandi debitori sono tutte amministrazioni pubbliche, che coprono il 13 per cento dell'ammontare totale». Poi l'affondo: «A me fa male sapere che un luogo prestigioso dell'istituzione universitaria napoletana ci debba la bellezza di 24 milioni, sommati ai 45 milioni in carico a Equitalia. Dal 2008 non versa un centesimo al Comune e ci tratta come se fossimo avvocati squalo. Noi non siamo un soggetto privato bensì un'amministrazione pubblica». Ma perché l'Ateneo non paga? Panini lo ha spiegato a margine dell'udienza: «La Federico II ha impugnato il regolamento comunale sulla Tari. Loro sostengono che non gli si riconosca una particolare scontistica che sarebbe dovuta alle Università. Ciò, però, non sottintende il fatto che non si debba pagare il dovuto».

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