Il prete al party gay e l'equivoco sul nome del «don». I legali: «Ecco tutta la verità»

Il prete al party gay e l'equivoco sul nome del «don». I legali: «Ecco tutta la verità»
Giovedì 4 Febbraio 2016, 15:30 - Ultimo agg. 16:55
2 Minuti di Lettura
Riceviamo e pubblichiamo la nota dello studio legale dell'avvocato Mario Antonio Caputo.


È sereno, don Paolo, e sorride senza ombre, mentre racconta del terribile equivoco che lo ha reso per qualche ora vittima incolpevole di un'autentica bufera mediatica, che lo ha travolto assumendo la perversa forma di un vero e proprio, impietoso linciaggio. 

È cronaca recente: venerdì, 29 gennaio scorso, Il fatto quotidiano firma lo scoop del giorno, pubblicando la notizia dello scandalo di un sacerdote beccato e fotografato durante un party "gay friendly" a Napoli. Nell'articolo si precisa che si tratta di un sacerdote della diocesi lucana di Tursi-Lagonegro, che sarà chiamato, "per comodità narrativa", col nome fittizio di don Paolo. Nel giro di pochi minuti, la notizia rimbalza da un sito all'altro, facendo in breve il giro del web e comparendo sulle principali testate nazionali on-line; la notizia, tuttavia, viene riportata con un grave vizio di verità: il nome don Paolo, esplicitamente ed inequivocabilmente indicato come fittizio dalla fonte della notizia, viene, invece, erroneamente utilizzato come reale dalle altre testate. 

Non è difficile immaginare come, in una piccola diocesi, quale è quella di Tursi-Lagonegro, l'indicazione del nome "don Paolo" utilizzato come reale, abbia costituito un dato sufficiente per la casuale identificazione di un sacerdote, realmente operante nella richiamata diocesi, che porta questo nome, ma del tutto estraneo ai fatti narrati. E non sono mancati i siti e le testate che, risalendo come appena detto all'identità del malcapitato ed incolpevole sacerdote, hanno riportato la notizia riferendone persino il cognome e pubblicandone addirittura la foto.
Lo scoop è servito! E la notizia si fa ancor più succulenta, visto che siamo a poche ore dal family day. 
L'errore è talmente grossolano e l'equivoco tanto clamoroso che le smentite ufficiali non tardano ad arrivare, corredate di tanto di scuse all'interessato e ai lettori.

Ma si sa, non fa notizia la smentita, niente scoop né clamore mediatico per le rettifiche, nessun tam tam per le scuse.

Don Paolo, però, ha il contegno di serafico distacco di chi, del tutto estraneo alla vicenda, ha sempre saputo che si sarebbe presto fatta chiarezza sull'equivoco e di chi è ben consapevole che la verità, anche se silenziosa, corre molto più veloce di ogni menzogna.
© RIPRODUZIONE RISERVATA