Parco Verde, la mamma in lacrime:
«Non ho ucciso il mio Antonio»

Parco Verde, la mamma in lacrime: «Non ho ucciso il mio Antonio»
di Marco Di Caterino
Venerdì 24 Giugno 2016, 08:49 - Ultimo agg. 11:00
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Un interrogatorio drammatico. Alle tre di un infuocato pomeriggio di afa e sabbia mista a pioggerellina, i due pubblici ministeri Urbano Mozzillo e Francesca Falconi, della Procura di Napoli, si sono trovati faccia a faccia con Marianna Fabozzi. La donna, convivente di Raimondo Caputo, detto Titò - indagato, oltre che per gli abusi sessuali commessi sulle figlie di Marianna Fabozzi, anche per le violenze sessuali e l'omicidio di Fortuna Loffredo, la bimba di sei anni, abusata e scaraventata nel vuoto dell'isolato 3 delle palazzine popolari del parco Verde la mattina del 24 giugno del 2014 - è stata chiamata a rispondere di una terribile accusa. Quella di essere l'assassina del figlio più piccolo, Antonio Giglio, tre anni, morto la sera del 27 aprile del 2013 dopo essere precipitato nel vuoto dalla finestra dell'appartamento della nonna materna, al settimo piano dell'isolato 3 delle palazzine popolari Iacp del Parco Verde di Caivano, lo stesso dove un anno dopo e in circostanza analoghe è stata uccisa Fortuna Loffredo.

Alle domande stringenti dei due magistrati, Marianna Fabozzi, dopo una crisi di pianto disperato, ha ribattuto colpo su colpo. Insomma si è difesa con le unghie e con i denti.

Dopo un primo momento di sconforto, con una lucidità inaspettata, ha ricordato - secondo il suo legale, Salvatore Di Mezza che ha assistito all'interrogatorio fatti, circostanze, posizioni di quanti si trovavano nell'appartamento al settimo piano dell'isolato 3: oltre al figlio Antonio, lei, la madre Angela Angelino e Antonella Caputo, sorella del compagno. Quest'ultima, solo dopo l'omicidio di Fortuna Loffredo, vale a dire un anno dopo la morte di Antonio, ha indicato per ben tre volte ai carabinieri e ai magistrati della Procura di Napoli Nord, che il piccolino non era caduto, ma era stato scaraventato giù dalla mamma.

«Le accuse contro di me sono false. Come lo devo dire? Ho perso un figlio ancora così piccolo, per una disgrazia, che ancora oggi non riesco a spiegarmi. Antonio, incuriosito da un elicottero dei carabinieri che stavano controllando il Parco Verde, si è sporto troppo dalla finestra ed è caduto giù».

Una ricostruzione diversa, invece nell'atto di accusa di Antonella Caputo, che all'epoca rese questa dichiarazione: «La tapparella della finestra era rotta. Alzata a metà. E quando Antonio si è avvicinato alla finestra, lei Marianna - l'ha sollevata ancora di più ed ha buttato giù il figlio. Il motivo? L'ex marito (Gennaro Giglio) la ricattava e voleva portarsi via il piccolo. E lei mi disse, o con me o con nessuno». Accuse che all'epoca, dopo le verifiche degli investigatori e un confronto tra le due donne, non furono ritenute valide perché non suffragate da elementi di prova. E allora, cosa è cambiato da un anno a questa parte? Alla domanda risponde l'avvocato Di Mezza: «Cosa è cambiato oggi rispetto ad allora? Non lo so, anche perché riscontri tecnici non ne sono stati fatti. La Procura di Napoli avrà in mano altri elementi che però non ci ha mostrato, e segretato parte dell'interrogatorio».

Il nuovo colpo di scena è stato accolto dall'avvocato Angelo Pisani come una conferma a un'ipotesi che il legale dei familiari di Fortuna e del papà di Antonio Giglio avevano formulato già pochi giorni dopo la tragica fine di Fortuna Loffredo. Ieri, intanto, la Procura di Napoli Nord, diretta dal procuratore capo Francesco Greco, ha formalizzato la chiusura delle indagini. E per i prossimi venti giorni sia l'accusa che la difesa dell'unico indagato (Raimondo Caputo) e le parti civili hanno facoltà di presentare prove e memorie difensive. Trascorso tale termine, la Procura chiederà il rinvio a giudizio per Titò. Questa mattina alle 11, nello spiazzo antistante l'isolato 3, ci sarà un momento di preghiera per ricordare le due vittime. Due alberi verranno piantati nell'aiuola del lato nord dell'edificio, dove esattamente due anni fa, poco dopo le 12, fu trovata agonizzante la bimba del parco Verde.