Inchiesta sugli Scissionisti, Belen passa al contrattacco: «Non mi compra nessuno»

Inchiesta sugli Scissionisti, Belen passa al contrattacco: «Non mi compra nessuno»
di Pietro Treccagnoli
Venerdì 12 Febbraio 2016, 09:34
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Se sei argentino non la scampi, prima o poi Napoli ti cattura nella sua rete borderline. Ti avvolge in una aura dannata. Giochi a pallone o indossi biancheria intima non sfuggi, ti chiami Diego di ti chiami Belen, El Pibe o El Pube, non cambia. Se non te le vai a cercare, ti vengono a cercare. Belen, appunto, donna immagine, seduttrice con quell'accento che fa tanto D10s, per i napoletani è irresistibile e pure lei ai napoletani non resiste, con o senza le necessità di marketing e di showbiz. L'ultima la conoscete: la femme fatale è finita nel book dei desideri degli Scissionisti, clan camorristico che ama vivere su un set e circondarsi, nelle feste private, di vip da reality e plasmati dal plasma a decine di pollici.

Ma Belen Rodriguez non ci sta a ritrovarsi in prima pagina per il nuovo scandalo che rischia di lasciare una sinistra onda gravitazionale sulle sue erotiche curve ascensionali. Non ci sta e risponde nel luogo deputato al clamore mediatico: i social network. Uno sfogo che sa di comunicato. È la formula che usò pure due mesi fa per annunciare la separazione dal marito torrese, il ballerino Stefano De Martino. La rabbia la spalma su Facebook, tra foto con reggiseno e slip di ordinanza.È una replica densa di parole indignate, dal sen (e che sen) fuggite, accompagnata da un fumetto di Topolino che fa il doppio gesto del dito medio. «Belen di qua, Belen di là, ma quando la smetteranno dico io?» sbotta. «Questa è la seconda volta che compaio su tutti i titoli dei quotidiani affiancata alla camorra (la prima risale al 2011 e la sfiorò in modo meno diretto, ndr). Io sono una donna forte assolutamente, ma anche noi ogni tanto crolliamo, e non mi piace sentirmi così per colpa di determinate persone che pur di fare notizia si riempiono la bocca d'aria». L'ira le scioglie la mano: «Sono stata sempre accostata ai peggiori scandali, dalla politica alla mafia, con quale colpa mi chiedo io? Mai e poi mai è uscito nulla di compromettente sul mio conto, solo diffamazioni inutili senza fondamenta, sono stata intercettata per anni, e ne sono uscita sempre a testa alta, hanno buttato solo tempo e denaro».

Insomma, trattata come una trafficante sudamericana, quando di stupefacente può spacciare l'immagine del corpo e la lingua tagliente. Scatta quindi l'autodifesa, l'orgoglio caliente di gaucha nella pampa delle Veline: «Mi sono fatta strada da sola, senza mai scendere a nessun compromesso, ho sempre fatto scelte con il cuore, mai calcolate, ma agendo di pancia, per sentimenti reali, non ho mai avuto a che fare con imprenditori, politici, né persone maggiori. Sono stata corteggiata mille volte per carità, ma ho solo scelto l'amore. Quindi a tutti i detrattori che cercano di rompere la mia serenità e di sporcare il mio nome vi dico che non ci riuscirete mai, perché io mi sveglio mi guardo allo specchio e sono fiera del riflesso che vedo stampato ogni mattina. Aspetto solo con pazienza sulla riva del fiume veder passare tutti i cadaveri». Prendete, incartate e portate a casa assieme all'eloquente hashtag che ormai si porta come una farfallina maliziosa accanto all'inguine: #amenonmicompranessuno.Napoli è per tanti, indigeni o forestieri, il dio manzoniano che «atterra e suscita, che affanna e che consola».

E Belen all'ombra del Vesuvio ha trovato tante passioni e due dei suoi amori più famosi. Innanzitutto, l'attaccante Marco Borriello da San Giovanni a Teduccio, ora all'Atalanta. Quattro anni di focosa passione, dal 2004 al 2008. In mezzo c'è stato Fabrizio Corona, roba da scatenare rotocalchi e gossippari d'assalto. Poi, nel 2012, un ritorno sentimentale e vulcanico: il fuoco sacro illuminato dai flash e dalle paparazzate scattò, galeotti furono i talent show, per Stefano di Torre Annunziata ed è stato coronato anche dalla nascita del piccolo Santiago che, per sottolineare la passione partenopea, è stato talvolta esibito con una casacca azzurra (era il tempo di Benitez, ci si consolava così). Ma lo scorso Natale tutto è finito, con un pacco sotto l'albero. Un comunicato alle agenzie dell'avvocato e si scatenarono gli usignoli da combattimento. Appena qualche mese prima gli sposini erano anema e core tra set pubblicitari e paparazzate concordate, compresi la lunga presenza da testimonial per il restauro della Colonna Spezzata sul Lungomare Caracciolo e il criticato premio San Gennaro. Lei e il patrono? E che ci azzeccava. Fa sangue, fa sangue.

E, ammirandola nella sua essenza di eterno femminino con tutte le correzioni dei nostri anni posticci, Belen scioglie il sangue nelle vene come la poetica finta di Maradona che, ricordate, non esitò a farsi immortale con i Giuliano di Forcella nella vasca da bagno a forma di conchiglia. Napoli affanna, atterra. Ma è un grande palcoscenico. Maledizone.
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