Inchiesta sulla maxi lottizzazione
«La mia firma? È stata falsificata»

Inchiesta sulla maxi lottizzazione «La mia firma? È stata falsificata»
di Dario Sautto
Mercoledì 21 Giugno 2017, 11:09
3 Minuti di Lettura
Lettere. «La mia firma sul documento? È palesemente una fotocopia, un fotomontaggio di cui io non so assolutamente nulla». Si difende così Donato Calicchio, uno dei funzionari della Soprintendenza dei beni paesaggistici di Napoli, coinvolti nella maxi inchiesta su una presunta lottizzazione abusiva avvenuta a Lettere, piccolo comune dei Monti Lattari conosciuto come la città dei ristoranti e dei matrimoni. Il suo è uno dei 12 nomi iscritti nel registro degli indagati dalla procura di Torre Annunziata che ipotizza, a vario titolo, anche i reati di abuso d'ufficio e falso in atto pubblico contro imprenditori, dipendenti comunali letteresi, funzionari della Soprintendenza e professionisti dell'area stabiese.

Tutto ruota attorno a opere edili mai sanate e richieste di sanatorie avanzate fuori dai termini, ma anche vere e proprie cattedrali nel deserto, con tanto di piscina. Piccoli e grandi abusi edilizi, che sarebbero stati eseguiti in particolare dal noto imprenditore edile Antonio Passarelli, 85enne ordinario di Casal di Principe, per anni «re del mattone» nell'area stabiese.

A lui e alla moglie Anna viene contestata una serie di reati, tra cui la lottizzazione abusiva e la violazione dei sigilli per abusi edilizi che riguarderebbero un edificio di corso Vittorio Emanuele III, a Lettere, a circa 100 metri dal municipio letterese. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, Passarelli aveva acquistato una proprietà, ristrutturandola totalmente in vista di un cambio di destinazione d'uso.

Da fondo rustico, secondo l'accusa l'area stava per essere trasformata in struttura ricettiva, con tanto di piscina (autorizzata), piccolo anfiteatro e stradina d'accesso (ritenuti invece abusivi). Le opere ritenuti illegali riguardano lo sbancamento di un terreno agricolo, l'installazione di serre, la realizzazione di un anfiteatro, due strade d'accesso e un deposito da circa 100 metri quadrati, interventi realizzati in più momenti dal 2006 in poi, tanto da configurare secondo l'accusa l'ipotesi di lottizzazione abusiva. Ieri mattina, dinanzi al gup Mariaconcetta Criscuolo, si è celebrata la prima udienza preliminare, che però è stata aggiornata ad ottobre. Questo, perché l'avvocato Francesco Paolo De Rosa difensore di Passarelli ha chiesto un rinvio proprio in seguito alle dichiarazioni di Calicchio. Il funzionario della Soprintendenza napoletana, infatti, sostiene che «qualcuno ha manomesso il fascicolo che era già in archivio» aggiungendo il documento «con la concessione edilizia che era successiva al mio precedente parere».

Una serie di dichiarazioni da valutare, assieme ad una telefonata di minacce «ricevuta da uno degli indagati», altro dettaglio inquietante e da valutare. Nel frattempo, l'accusa ha chiesto il rinvio a giudizio per tutti gli indagati. Rischiano il processo, insieme a Passarelli e Calicchio, la moglie dell'imprenditore Anna Irollo, nonché Sabato Fontana e Luigi Gaglione, i due dipendenti dell'ufficio tecnico del comune di Lettere che avrebbero autorizzato quei lavori; l'altra funzionaria della Soprintendenza Rosaria Crescenzio; i due imprenditori edili Rosa Di Nola e Salvatore Cascone; e i professionisti Pasquale D'Angelo (geometra), Antonino Guadagno (ingegnere edile), Antonio Coppola e Antonio D'Ago (architetti). Alla prossima udienza, la parola passerà alle difese e nel frattempo saranno vagliate le dichiarazioni di Calicchio.