Parco del Vesuvio, il trentenne Casillo alla guida: «Biodiversità ed economia verde: il vulcano ha l’oro in bocca»

Parco del Vesuvio, il trentenne Casillo alla guida: «Biodiversità ed economia verde: il vulcano ha l’oro in bocca»
di Pino Cerciello
Giovedì 28 Aprile 2016, 10:53
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San Giuseppe Vesuviano. Con i voti favorevoli delle commissioni ambiente, del Senato e della Camera dei deputati, si apre l’era di Agostino Casillo alla presidenza del parco nazionale del Vesuvio. Trentatré anni, ambientalista convinto, consigliere comunale a San Giuseppe Vesuviano con Vocenueva e Libera, dove ha sfiorato di poco il ballottaggio per diventare sindaco, Casillo apre un nuovo corso nell’ente Parco Vesuvio. «Aver ricevuto la fiducia dalle istituzioni è un motivo di enorme orgoglio ma anche di grande responsabilità». Infatti: tredici comuni, oltre 350mila abitanti. Un’area riconosciuta dall’Unesco. E tanta criminalità. Come intende muoversi, gli domandi?«In merito a questo fenomeno il parco del Vesuvio può e deve rappresentare un faro di legalità. Avere stabilito la sede dell’Ente in un bene confiscato alla camorra, è stato un segnale molto forte. Il palazzo mediceo di Ottaviano è stato trasformato da simbolo del potere criminale a baluardo fisico di legalità. In quanto all’area protetta va detto che, per lungo tempo, gran parte della popolazione ha percepito l’Ente come una struttura burocratica fatta solo di vincoli e divieti. 

Oggi il dovere della tutela ambientale è diventato un valore irrinunciabile e condiviso anche se il parco non è ancora un elemento indentitario radicato nella coscienza del popolo vesuviano. Un fattore socio-culturale in cui tutti possano riconoscersi e di cui andare fieri. Forse è proprio questa una delle sfide più ambiziose che ci apprestiamo ad affrontare».Quali obiettivi gli obiettivi per la rinascita del parco? «Il Parco del Vesuvio – risponde – può e deve diventare il fulcro di un processo di rinascita per tutta l’area vesuviana. La nuova programmazione dei fondi europei è una grande opportunità, ma ogni singolo euro a disposizione dovrà essere utilizzato. La tutela della biodiversità è la mission principale, tuttavia l’azione fondamentale di conservazione deve potersi coniugare con uno sviluppo sostenibile delle comunità locali. L’area protetta deve diventare, nel progetto che stiamo immaginando, un laboratorio in cui sperimentare nuovi modelli di sviluppo che puntino nella direzione delle green communities».

Progetti ambiziosi che richiedono strumenti. In che modo procedere? «Sicuramente sfruttando le opportunità che stanno aprendo la green economy e l’agricoltura sostenibile, ma è necessario rinnovare anche l’immagine con cui il Parco del Vesuvio comunica se stesso. Il brand Vesuvio è conosciuto in tutto il mondo ed è dotato di un’eccezionale carica simbolica. Capacità di evocare storia, cultura, emozioni e tradizioni di una terra e di un popolo. L’Ente Parco di domani dovrà essere in grado di sfruttare al meglio tutti gli strumenti di comunicazione disponibili, dai media tradizionali alle piattaforme social, per raggiungere più persone possibile e moltiplicare l’impatto di tutto quanto si potrà realizzare. L’organizzazione di eventi dovrà essere una parte importante di una nuova strategia comunicativa. Crediamo, quindi, sia importante che la location del Parco nazionale».L’ente parco conosce il fenomeno dell dell’abusivismo edilizio. «Il fenomeno – dice il presidente – dell’abusivismo edilizio ha assunto caratteristiche endemiche e deve essere affrontato, di concerto con i comuni e le Procure. Poi ci sono anche i rifiuti e le discariche. La replica è precisa. «Massima attenzione – dice – per il fenomeno dell’abbandono di rifiuti che va combattuto e su cui saremo impegnati fin dai primi giorni di mandato. Per la discarica di Terzigno spero si apra una fase nuova in cui tutti i livelli istituzionali puntino a un percorso di bonifica per ridurre progressivamente l’impatto ambientale causato dal sito di stoccaggio dei rifiuti»
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