Incubo faida, stese nei rioni
dei Gionta e dei Gallo-Cavalieri

Incubo faida, stese nei rioni dei Gionta e dei Gallo-Cavalieri
di Dario Sautto
Martedì 17 Gennaio 2017, 15:53
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Torre Annunziata. Due spari di primo mattino e una «stesa» in pieno giorno, torna l'incubo faida. Due episodi diversi si sono verificati nella giornata di ieri a Torre Annunziata, entrambi inquietanti ed eseguiti con le stesse modalità. Poco prima dell'alba, lungo il corso Vittorio Emanuele III, sono stati esplosi due colpi calibro 9 verso l'edificio in cui vivono alcuni pregiudicati di una storica famiglia di spacciatori della zona legata al clan Gallo-Cavalieri. A distanza di poche ore, in pieno giorno, poco prima delle 13, a essere presa di mira è stata un'altra abitazione, al piano terra di via Stamperia, una delle traverse tra via Castello e via Roma, a due passi da Palazzo Fienga, la roccaforte sgomberata del clan Gionta.

Una vera e propria «stesa», con 6 colpi di pistola sempre calibro 9 esplosi contro la porta e la finestra della casa in cui vivono una donna e il suo compagno: lei è figlia di uno dei capizona del clan Gionta, che per anni hanno gestito lo spaccio nella zona, lui fa parte sempre degli ambienti criminali ma è appartenente ad altre famiglie. In entrambi i casi, sono intervenuti gli agenti di Torre Annunziata che agli ordini del primo dirigente Vincenzo Gioia e del vicequestore Elvira Arlì, hanno effettuato tutti i rilievi del caso con la sezione scientifica e hanno avviato le indagini. L'ipotesi principale è che possa trattarsi di due avvertimenti maturati nell'ambito della spartizione delle piazze di spaccio, con una stessa matrice e, dunque, con gli stessi esecutori. Ma non è escluso che possa trattarsi di un vero e proprio «botta e risposta» tra opposte fazioni, sintomo di una faida silenziosa che continua a serpeggiare nei rioni degradati di Torre Annunziata. Due «prove di forza» tra gruppi rivali, entrambi storicamente legati agli ambienti dello spaccio di droga, anche se vicini a fazioni avverse. Non è escluso, poi, che dietro i due raid possano celarsi i giovani del «terzo sistema», in parte indeboliti dai tanti arresti, ma probabilmente ancora pronti alla faida contro i due clan camorristici che da anni si dividono il malaffare in città. Tutte ipotesi sulle quali lavorano incessantemente gli investigatori già dal primo pomeriggio di ieri, quando sono iniziate le perquisizioni a casa di pregiudicati, alla ricerca di dettagli utili alle indagini.

Le vittime dei raid non hanno fornito particolari rilevanti, nel classico clima di omertà che regna negli ambienti camorristici. Da tempo, le forze dell'ordine hanno registrato un'insolita corsa agli armamenti. Numerosi sono stati i sequestri di armi e munizioni in varie zone della città e nella vicina Boscoreale, solitamente uno dei mercati più forniti di pistole, kalashnikov e ordigni artigianali. Proprio la scorsa settimana, tra Torre Annunziata e Boscoreale, la polizia aveva effettuato un'operazione ad alto impatto per limitare la vendita di droga nei rioni popolari: furono setacciate le stradine tra i palazzoni del Piano Napoli boschese di via Settetermini e il vicino Parco Penniniello torrese di via Plinio. Lo spaccio di droga, con piccole piazze casalinghe localizzate a macchia di leopardo, restano uno dei business principali per i clan di camorra della zona, ancora capaci di importare grossi quantitativi di stupefacenti dall'estero per «soddisfare» l'enorme domanda di droga in particolare cocaina ed eroina che continua a crescere all'ombra del Vesuvio.