"Provo profondo disagio a presenziare gli annunci di cose che poi non si fanno". Il vescovo di Acerra Antonio Di Donna ci va duro sugli screening sanitari sulla popolazione pomposamente annunciati da Regione ed autorità sanitarie, ma andati deserti perché nessuno si è preso l'impegno di informare la popolazione. Ma i suoi strali si indirizzano a 360 gradi verso tutti quelle politiche di salvaguardia dell'ambiente e di controllo sulle emissioni dell'inceneritore "dal sapore elettoralistico". Sullo sfondo ci sono gli oltre 47 sforamenti registrati dalle centraline antismog sui 35 consentiti in un anno e di cui ancora non si conoscono le cause.
"Gli 8 inceneritori dell'Emilia Romagna bruciano tutti insieme, poco meno di quanto brucia l’impianto di Acerra, per questo è da folli voler aumentare la quantità di rifiuti da distruggere.
Ci vogliono maggiori controlli sull'impianto ma enti terzi rispetto a quelli regionali", dice senza mezzi termini monsignor Di Donna.