Intercettazioni Adinolfi-Renzi, a breve la relazione della Procura di Napoli

Intercettazioni Adinolfi-Renzi, a breve la relazione della Procura di Napoli
Mercoledì 15 Luglio 2015, 15:52 - Ultimo agg. 19:05
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Non è ancora giunta al pg della Cassazione Pasquale Ciccolo ma, a quanto si apprende, è attesa a breve la relazione del procuratore capo di Napoli Giovanni Colangelo sulla vicenda delle intercettazioni Adinolfi-Renzi. Solo successivamente il pg della Cassazione, che ha aperto un fascicolo, potrà avviare una pre-istruttoria per verificare se ci siano gli estremi per un'azione disciplinare. Allo stato non è possibile stabilire se la questione possa riguardare magistrati.





Le conversazioni al centro della vicenda, che risalgono all'11 gennaio 2014, sono quelle tra il generale della Guardia di Finanza Michele Adinolfi, allora comandante interregionale dell'Italia Centro-Settentrionale a Firenze e ora comandante in seconda del corpo, e Matteo Renzi, oggi premier, allora sindaco di Firenze. Il colloquio, finito sui giornali, fu intercettato nell'ambito dell'inchiesta avviata dalla direzione distrettuale antimafia di Napoli sulla Cpl Concordia e la metanizzazione di Ischia: Adinolfi era indagato, ma ora la sua posizione è stata archiviata. Quando manca poco più di un mese alle dimissioni di Enrico Letta da presidente del Consiglio, in quella conversazione Renzi parla con Adinolfi esprimendo su Letta giudizi critici («non è capace») e ipotizza possibili strategie politiche che conducano a un cambio di governo. Su decisione del Tribunale del Riesame di Napoli, cui si sono rivolti alcuni indagati, gli atti dell'inchiesta Cpl sono stati trasferiti per competenza a Modena, compresa l'informativa dei carabinieri in cui è riportata l'intercettazione Adinolfi-Renzi. Il materiale è giunto a Modena senza apposizione di omissis. Il procuratore aggiunto reggente di Modena, Lucia Musti, ha chiarito che le dichiarazioni intercettate di Renzi e Adinolfi non hanno rilievo penale. Gli accertamenti del pg della Cassazione, titolare dell'azione disciplinare, puntano a chiarire se vadano mossi o meno rilievi, sotto questo profilo, a carico di magistrati, per il fatto che le intercettazioni, non «omissate», sono state allegate agli atti.
E nella fase preliminare sarà necessario ripercorrere l'iter del materiale di indagine, nelle varie tappe; a partire dalla relazione che arriverà da Napoli.




«È grave che intercettazioni di alcuna rilevanza penale non siano state stralciate e siano finite a un giornale. Sono in corso verifiche, disposte dal ministero della giustizia attraverso l'ispettorato generale, per accertare se ci siano responsabilità e il procuratore generale della Cassazione ha aperto un fascicolo». Così Maria Elena Boschi rispondendo a un'interrogazione sull'intercettazione di una telefonata di Matteo Renzi. «Purtroppo non è la prima volta che succede speriamo che sia l'ultima», sottolinea. Nella telefonata tra Matteo Renzi e il generale Michele Adinolfi «si fa l'ipotesi che l'allora presidente Letta cambiasse uno o due ministri, con un rimpastino, o più ministri, con un rimpastone, non più né meno di quello che si poteva leggere sui giornali. Nessuna ipotesi invece viene fatta di un cambio dell'allora presidente del Consiglio: dunque nulla di segreto, di nascosto o di nuovo». Lo ha detto il ministro Maria Elena Boschi rispondendo alla Camera a un'interrogazione del Movimento 5 Stelle.



«Il ministro Boschi non ha fornito risposte, forse perché il contenuto delle intercettazioni non lascia spazio a dubbi. È l'ennesimo esempio scandaloso di quello che la politica non deve essere mai». Lo ha detto la capogruppo M5S alla Camera Francesca Businarolo, dopo aver ascoltato la risposta del ministro Maria Elena Boschi all'interrogazione presentata dal Movimento 5 Stelle sulle intercettazioni del premier Matteo Renzi pubblicate dal Fatto quotidiano. «Il presidente del Consiglio deve far chiarezza - sottolinea il deputato Daniele Pesco - su queste vicende torbide che mettono alla luce uno stato di ricatto».