Depuratori Ischia, flop dei commissari: nessun impianto realizzato sinora

Depuratori Ischia, flop dei commissari: nessun impianto realizzato sinora
di Massimo Zivelli
Martedì 11 Ottobre 2016, 10:54
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Ischia. Un commissario tira l’altro, e mentre passano gli anni fra inutili attese ed intoppi burocratici, dei tre, tanto a lungo attesi impianti di depurazione delle acque a Ischia, non se ne è realizzato nel frattempo nemmeno uno. Archiviata la stagione estiva con i suoi problemi, e con gli ultimi mesi dell’anno che non sembramo preannunciare alcun risultato utile sul versante della depurazione, l’unica novità di rilievo sembra essere quella dell’ulteriore avvicendamento burocratico.

Da qualche settimana l’incarico di commissario ministeriale è infatti transitato dalle mani di Antonangelo Orlando (chiamato a quanto pare, a dare il suo contributo alla massiccia operazione di bonifica che si prospetta per l’ex area industriale di Bagnoli) al direttore del ministero per l’ambiente con delega alla salvaguardia di territorio ed acque, Gaia Checchucci. Si tratta questo, del secondo avvicendamento in poco meno di un anno. Dal momento in cui – in pratica nell’ottobre del 2015 - il Ministero dell’ambiente, è subentrato direttamente alla Regione Campania nella gestione delle procedure di attuazione relative a progettazione, messa a gara ed esecuzione degli interventi.

Un avvicendamento chiesto e sostenuto con forza dai comuni isolani interessati dalla costruzione degli impianti di depurazione. Erano infatti trascorsi inutilmente già dieci anni. Con Bassolino presidente, nel 2005, dei tre impianti previsti, si espletò la gara d’appalto e vennero affidati i lavori per il solo depuratore che sarebbe stato realizzato all’interno del promontorio di san Pietro a servizio dei comuni di Ischia e Barano e dell’insediamento turistico della baia dei Maronti. Circa 40 milioni di euro la spesa messa in preventivo, ma per tutta una serie di note circostanze, i lavori avviati, non solo la Regione non li ha mai portati a termine, ma addirittura sotto la presidenza Caldoro, i fondi europei sono stati definitivamente persi. Risultato, Ischia e Barano non avranno il loro impianto, e sul promontorio di San Pietro, in pieno centro urbano, resta da anni visibile l’orrenda ferita inferta dalle opere di scavo e dalla posa dei pilastri e di alcune strutture in cemento armato, realizzate su di un’area oggi fortemente degradata.
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