Napoli resta in mano ai parcheggiatori abusivi: «Anche il daspo è un fallimento»

Napoli resta in mano ai parcheggiatori abusivi: «Anche il daspo è un fallimento»
di Paolo Barbuto
Domenica 24 Settembre 2017, 17:10 - Ultimo agg. 25 Settembre, 08:44
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Il record appartiene a un 49enne del quartiere Montecalvario: ha una collezione di 277 verbali, tutti da settecento euro, tutti elevati per la sua attività di parcheggiatore abusivo. Non ne ha mai pagato uno perché risulta nullatenente e si fa beffa delle cartelle esattoriali che lo inseguono; esattamente come fanno i suoi altri «colleghi» napoletani che sono più di duemila e continuano, imperterriti, a spillare soldi agli automobilisti con la certezza di farla franca.
Diciamocelo una volta per tutte: non c'è modo di arginare il fenomeno dei parcheggiatori abusivi, perché non esiste una legge adeguata per fermarli. Da qualche mese c'è la possibilità di utilizzare la legge Minniti, ma le armi a disposizione sono sempre di scarsissima efficacia: l'abusivo può essere segnalato solo se si trova vicino a una stazione, a un porto, all'aeroporto, ovunque ci sia gente che si mette in viaggio. Se viene «beccato» per due volte nel giro di 48 ore, il questore può fare scattare un provvedimento di allontanamento che si chiama Dacur anche se tutti, per comodità, lo chiamano Daspo: si tratta di una segnalazione che inibisce alla persona di frequentare quello stesso luogo per un determinato periodo di tempo che può arrivare fino a sei mesi. Ma sapete quanti provvedimenti sono stati emessi dalla primavera ad oggi? Una quarantina in tutto, che rispetto ai duemila parcheggiatori abusivi sono pochissimi.
 


A dire la verità l'applicazione della Legge Minniti potrebbe essere anche ampliata ad altre zone della città, non solo alle stazioni e ai porti: basta un decreto del sindaco che individua altre zone sensibili del territorio e le segnala alla Prefettura consentendo alle forze dell'ordine di cacciare gli abusivi anche da quella lista di strade e piazze segnalate. Però il Comune di Napoli non ha ancora aderito a quel decreto, sicché la Legge Minniti che a Napoli potrebbe essere determinante per la lotta agli abusivi, proprio qui resta depotenziata.

Del resto sul fronte del contrasto ai parcheggiatori abusivi il Comune ha dato già un importante segnale di resa: qualche giorno fa sono stati ufficialmente cancellati sia il numero di telefono per raccogliere le denunce dei cittadini che l'indirizzo di posta elettronica (sosparcheggiatoriabusivi@comune.napoli.it» al quale era possibile rivolgersi per chiedere soccorso contro gli estorsori della strada: non ci sono risorse adeguate per presidiare telefono e computer, e rispondere alle richieste dei napoletani. Meglio cancellare il servizio, che se la sbrighino da soli.

E invece il questore De Iesu proprio ieri ha lanciato ancora una volta il suo appello: «Napoletani, denunciate chi vi estorce denaro quando parcheggiate. Fatelo con fiducia perché la polizia di stato e tutte le forze dell'ordine vi saranno vicine». Però a denunciare sono pochissimi: meglio piazzare un po' di monete in mano ai tormentatori del parcheggio piuttosto che andare in commissariato e sporgere denuncia con la preoccupazione di poter essere identificati dagli abusivi e sottoposti a vessazioni future.

Così l'attività illegale si espande, arriva in periferia, si sposta alla provincia, perché ogni strada ha le sue potenzialità. Nelle sere della Movida a Chiaia c'è chi sgancia all'abusivo anche dieci euro per restare tranquillo ed avere la certezza che l'auto sarà «al sicuro» durante le ore del divertimento; in zona stadio, durante le partite, la tariffa non scende mai al di sotto dei cinque euro. Nelle strade meno centrali possono bastare anche le monete da uno o due euro, tanto alla fine tutto finisce nel grande calderone della malavita che tutto sorveglia e tutto gestisce.
L'ultima valutazione attendibile sugli introiti del mercato del parcheggio abusivo, risale allo scorso anno quando la polizia municipale stimò incassi totali nel territorio della città di Napoli per una somma prossima, in difetto, ai due milioni al mese. Ecco, forse questo numero permette di avere una visione più chiara dell'intera vicenda: i soldi che lasciamo nelle mani degli abusivi ci sembrano pochi e invece, messi insieme, sono una montagna. E finiscono nelle casse del malaffare per finanziare altre attività illegali.

Ogni strada della città appartiene a un clan. Un abusivo per occuparla ha due possibilità, o si accontenta di un fisso e cede tutti i guadagni al boss oppure paga una cifra unica (generalmente abbastanza alta, dai 50 ai 150 euro al giorno) accollandosi il «rischio d'impresa» ma mettendo in tasca ogni soldo estorto agli automobilisti.

Fino a un paio di anni fa la maniera per mettere in ginocchio gli abusivi era quella, offerta dalla legge, di confiscare il denaro trovato nelle loro tasche. Però adesso l'organizzazione che gestisce gli abusivi offre anche un servizio aggiuntivo. Ogni venti minuti circa passa un «addetto» che preleva il denaro dalle tasche dei parcheggiatori e lo custodisce in luoghi sicuri. Così anche se arriva un controllo, le forze dell'ordine troveranno al massimo una decina di euro da confiscare. Spiccioli per un mercato così vasto.

Prima che il decreto Minniti diventasse legge, venne presentata una richiesta al Governo per ampliare l'azione di contrasto ai parcheggiatori trasformando in reato quella che attualmente è solo una contravvenzione. La richiesta di una legge ad hoc per arrestare i parcheggiatori abusivi colti in flagranza arrivò dai comandanti delle municipali riuniti dall'Anci, proprio Napoli si fece portabandiera di questa richiesta che, però, è caduta nel nulla.
Così come cadono nel vuoto i solleciti di pagamento per le contravvenzioni. E anche qui è necessario far ricorso ai numeri perché il semplice racconto non avrebbe la stessa forza. Secondo l'ultimo report ufficiale che risale allo scorso anno, nel 2016 la polizia municipale di Napoli ha presentato 8.765 verbali ai parcheggiatori abusivi per un totale di multe che supera i sedici milioni di euro. Già sapete che gli abusivi risultano nullatenenti, così quei sedici milioni che finiscono in bilancio perché vanno giustamente conteggiati, rappresentano una pietra al collo per la città che già sta affogando nei debiti e già sa che non avrà mai a disposizione quei soldi: terribile, vero? Bene, amici napoletani, ricordate questi numeri ogni volta che poggiate una moneta nelle mani di un abusivo; e ricordate pure che state finanziando la camorra.

Va detto, per dovere di cronaca, che i tentativi di arginare il mercato dei parcheggiatori abusivi, attualmente sono tanti. Ogni fine settimana polizia di stato, carabinieri e vigili individuano e multano almeno un'ottantina di parcheggiatori abusivi anche se sanno che servirà a poco. Ogni settimana sono decine le segnalazioni per il «daspo», anche perché il questore De Iesu ha deciso, con astuzia da poliziotto, di allargare il concetto di «stazione» anche alle singole fermate degli autobus dove c'è gente che sale e scende da un mezzo pubblico, così i decreti di allontanamento dal luogo possono aumentare.

Ma anche in questo caso la legge non offre grandi armi: il decreto di allontanamento riguarda la singola zona dove l'abusivo è stato sorpreso «al lavoro», così basta che quella stessa persona vada ad occupare una strada in un altro quartiere e tutto si risolve. Il mercato è gestito dalla malavita, basta spostare le pedine (gli estorsori) e tutto prosegue senza sussulti: le attività non restano sospese nemmeno per un giorno, gli incassi non registrano nessuna flessione.