Napoli. La faida delle «baby paranze»: 16enne arrestato per omicidio

Napoli. La faida delle «baby paranze»: 16enne arrestato per omicidio
di Giuseppe Crimaldi
Domenica 16 Ottobre 2016, 10:13 - Ultimo agg. 8 Giugno, 15:22
3 Minuti di Lettura

Killer a sedici anni. Spietato, freddo e senza freni inibitori: ecco il profilo dell'ultimo ragazzino finito nel buco nero delle nuove paranze di camorra. Si chiama F.V., e di anni oggi ne ha 17. Fu lui, il tre maggio del 2015, a puntare la canna di una pistola contro il ventinovenne Mario Mazzanti e a premere il grilletto uccidendolo. Un omicidio a sangue freddo scatenato da futili motivi, ingenerato da una rissa avvenuta poche ore prima in piazza Bellini ma alimentato anche dalle mire criminali dell'adolescente che sognava di fare il boss. Sono state le indagini della Polizia di Stato a fare luce su quell'efferato fatto di sangue. F.V. (che già si trovava recluso per altre vicende in un centro di detenzione per minori a Catania) è stato raggiunto ieri da un'ordinanza cautelare in carcere con le accuse di omicidio, tentato omicidio, porto e detenzione illegale di armi, reati tutti aggravati dal metodo mafioso.

Gli investigatori della Squadra mobile di Napoli e i magistrati della Procura presso il Tribunale dei minori non hanno dubbi: fu lui a sparare in vico Lungo San Matteo alle spalle di Mazzanti, appartenente all'omonima famiglia camorristica operativa nella zona delle Chianche ai Quartieri spagnoli, e a tentare di uccidere l'amico che si accompagnava al 29enne, Giovanni De Crezio, e che invece riuscì miracolosamente a salvarsi. Sin dalle prime ore successive di quel tragico pomeriggio gli uomini della Mobile diretti da Fausto Lamparelli avevano imboccato la pista giusta, concentrando la loro attenzione sull'allora 16enne ben noto nei vicoli del centro storico per i modi violenti e per la smania - che non nascondeva - di volersi atteggiare a capo. Di qui la convinzione che quel delitto, scaturito da futili motivi, nascondeva anche una chiara matrice camorristica andandosi ad inserire in un contesto di contrapposizione armata tra clan rivali. Non a caso F.V. aveva iniziato a stringere rapporti con altri giovani esponenti del cartello camorristico Sibillo-Giuliano-Brunetti-Amirante, in lotta con i Mazzarella nella zona tra Forcella e il Borgo Sant'Antonio Abate. In quelli che erano i giorni di una faida spietata combattuta per il controllo del territorio i baby criminali decisero la loro strategia: raid, ferimenti, omicidi, oltre al presidio di alcune fiorenti piazze di spaccio di droga e all'imposizione a tappeto del pizzo sui commercianti. Le indagini hanno confermato i sospetti iniziali: a cominciare dalla contiguità di F.V. ai Sibillo; evidenziando poi anche come l'uccisione di Mazzanti dovesse rappresentare la prova del fuoco che avrebbe lanciato il minorenne ai vertici della cosca. Per la cronaca, la causa che determinò il desiderio di vendetta del 16enne traeva origine da una rissa verificatasi qualche sera prima del tre maggio in piazza Bellini.

© RIPRODUZIONE RISERVATA