La mamma di Tiziana Cantone:
la verità è più vicina

La mamma di Tiziana Cantone: la verità è più vicina
di Gigi Di Fiore
Giovedì 16 Febbraio 2017, 12:22
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Casalnuovo. La casa di via Rossetti a Mugnano è chiusa. Al citofono nessuno risponde. Dicono si sia commossa, Maria Teresa Giglio, alla notizia che i carabinieri sono riusciti a violare la memoria del telefonino della sua Tiziana, morta suicida cinque mesi fa. Chi l'ha sentita di primo mattino racconta che la signora ha pianto per un dolore che si rinnova, accompagnato dalla speranza che, ora, l'inchiesta possa andare finalmente avanti. L'avvocato Andrea Orefice, amministrativista e civilista tra i più noti a Casalnuovo, è uno dei due legali della mamma di Tiziana. Quando l'avvocato Orefice era assessore, la signora Giglio era ancora dipendente del Comune prima di andare in prepensionamento. Spiega proprio l'avvocato: «Ci sono molti profili giuridici e molte vicende, civili e penali, aperte sulla vicenda della povera Tiziana. Con il mio collega penalista Andrea Imperato seguiamo con attenzione tutto».

Maria Teresa Giglio ha spento il suo cellulare, ma ha appreso della novità investigativa nell'inchiesta sulla morte di sua figlia Tiziana. Attraverso l'avvocato Orefice, così, dice: «Non posso dire nulla sulle indiscrezioni che riguardano i contenuti della memoria del telefonino. Non esiste ancora nulla di ufficiale e quindi voglio evitare di parlare del nulla». Chi la conosce, sa che le poche indiscrezioni sulle frasi e i messaggi trovati dai carabinieri hanno amareggiato la mamma di Tiziana che aggiunge, sempre attraverso l'avvocato Orefice: «L'indagine sulla morte di Tiziana è una mia ragione di vita. Spero da settembre che i responsabili rispondano del loro operato alla giustizia».
Rispetto al silenzio e al pericolo che su quel suicidio clamoroso si arrivasse a un'archiviazione, la lettura degli sms e dei file dell'iPhone resta un passo in avanti. E la signora Giglio lo ammette: «Sì, so che è una novità importante che mi rincuora molto. Questo passaggio conferma che si può arrivare alla verità. Non avevo dubbi che gli inquirenti stiano facendo tutto il possibile, per capire cosa sia accaduto e questo mi rasserena nei momenti di sconforto».
Nei cinque mesi dalla morte di Tiziana, la mamma ha vissuto in alternanza attimi di determinazione per la verità da accertare a momenti di depressione e sconforto. Momenti vissuti chiusa in casa, senza alcuna voglia di uscire. Ai suoi avvocati la signora Giglio ha confidato: «La mia aspettativa è che, in queste vicenda, non ci si fermi agli aspetti esteriori, perché la morte di mia figlia ha risvolti complessi e complesso è tutto quello che è accaduto, pieno di sfaccettature da approfondire. Sono sicura che gli inquirenti lo stiano facendo, per arrivare a chiarire chi ha spinto mia figlia a darsi quella morte assurda».

A caldo, Maria Teresa Giglio aveva polemizzato con Sergio, l'uomo che era stato il convivente di Tiziana. Ora, non vuole riparlarne. E anche gli ultimi accenni fatti, nell'intervista trasmessa tre giorni fa dalla Bbc, risalivano a un paio di mesi fa quando i giornalisti della televisione inglese registrarono le sue dichiarazioni. «Non voglio dire nulla, non devo aggiungere niente altro sugli aspetti delicati che riguardano le indagini in corso» dice la mamma di Tiziana. Comprensibile che non voglia riaccendere, in questa fase, la polemica a distanza con Sergio. Che abbia solo a cuore che qualcuno le dia pace sulla morte della figlia che per lei era «il fiore della casa, che aveva fatto buoni studi ed era cresciuta con saldi valori».

Non è il momento delle polemiche, quindi. Neanche sulle famose spese processuali nelle azioni civili che aveva avviato Tiziana, addebitate in parte a lei. Su questo, spiega l'avvocato Orefice: «Per alcune società il ricorso venne dichiarato inammissibile e, per questo, le spese furono addebitate alla parte attrice, cioè a Tiziana. Quelle società, che avevano notificato la decisione, poi non l'hanno messa in esecuzione. Non se ne è saputo più nulla, per il momento».

Resta invece la novità nelle indagini penali avviate per istigazione al suicidio. Restano i file da interpretare, trovati nell'iPhone. I messaggi delle ultime ore in vita di Tiziana. E Maria Teresa Giglio dice: «Ripeto la mia soddisfazione per questa novità. Soddisfazione perché le indagini non si fermano e vanno avanti. Soddisfazione perché si è aggiunto un nuovo tassello per arrivare alla verità. Spero davvero che si approdi a qualcosa di concreto».
La mamma di Tiziana non lo dice, ma la ricerca della verità, sua ragione di vita, è la promessa fatta alla figlia morta. Una promessa che spera di poter mantenere, con l'aiuto del lavoro dei magistrati. «Ora dobbiamo attendere che, con serenità, la magistratura prosegua nel suo lavoro. Noi faremo il possibile per contribuire a raggiungere la verità, in un desiderio di giustizia da soddisfare nel rispetto di una ragazza che si è tolta la vita».