La Napoli in nero
dei delitti irrisolti

di Gigi Di Fiore
Mercoledì 30 Novembre 2016, 08:29
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Dietro la lacerazione degli affetti familiari provocata da una morte per omicidio, all'inizio si nasconde sempre un mistero. La non conoscenza del perché si è perso quel caro, perché qualcuno ha deciso di ucciderlo diventa subito giallo di un'esistenza. L'omicidio di viale Maria Cristina di Savoia è ancora avvolto nella nebbia, per ora è un castello di ipotesi messe alla prova dalle indagini.

Oltre la tragica ritualità degli agguati, delle stese, delle morti decise dai gruppi criminali organizzati, c'è anche una Napoli di altri delitti, di altre morti. È la Napoli noir, degli omicidi passionali, d'interesse o d'impeto, che ha ispirato e ispira di continuo scrittori di romanzi gialli. La Napoli che nell'emozione e nello stupore si divide. Scattano sempre idee contrapposte, quando viene indicato un possibile autore di un delitto. Nasce una frattura tra chi lo ritiene colpevole e chi innocente. È la frattura figlia del mistero, del non risolto, dei mosaici da comporre per arrivare alla verità, che fornisce poi fonte d'ispirazione alla costruzione dei romanzi noir.

Anche su questo, Napoli offre materia e memorie. Cronaca del passato, che ritorna nel presente. Rimase senza un colpevole il delitto di Giusy Tommasini, uccisa a via Tasso nel 1983. Anche allora il quartiere e la strada erano in una zona «bene». Anche allora si inseguirono mille perché, si scavarono vite, si snocciolarono ipotesi. Troppo conosciuta è la storia di Anna Parlato Grimaldi, donna affascinante della città dei salotti buoni e della ricca imprenditoria, uccisa nel 1981 mentre rientrava a casa in via Petrarca. Non c'è mai stato un autore, o autori, accertati. Anche se più piste e ipotesi si sono susseguite. Chiaia-Posillipo, c'è un filo che unisce contesti e quartieri, avvolgendo molti di questi gialli.

Anche viale Maria Cristina di Savoia, la strada dove qualcuno ha sferrato le mortali coltellate all’ingegnere Vittorio Materazzo, è in quel perimetro. La parte alta di via Caravaggio è invece tra Fuorigrotta e il Vomero. Anche per la morte dei coniugi Domenico e Gemma Santangelo, massacrati nel 1976 nella loro casa proprio in via Caravaggio con la figlia Angela e il cagnolino, non esiste una verità giudiziaria.

Omicidi lontani dall’intricato centro storico, che dà corpo invece ad altri misteri, altre leggende. Nella Napoli più antica, riecheggiano soprattutto storia e affascinanti leggende. Eppure, gli scenari dei quartieri antichi, proprio per il loro misterioso fascino, si presterebbero di più alle ambientazioni da romanzo. Francesco Mastriani ne fu cosciente. Anche Attilio Veraldi utilizzò diversi scenari per i suoi gialli, ambientati in una Napoli di 40 anni fa.
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