La polizia: «Attenzione alle chiavi di casa, basta una foto per clonarle»

La polizia: «Attenzione alle chiavi di casa, basta una foto per clonarle»
di Giuseppe Crimaldi
Lunedì 2 Ottobre 2017, 15:41 - Ultimo agg. 3 Ottobre, 12:35
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La chiamavano la spectre dei furti in casa. Grazie a un software sofisticatissimo riuscivano a clonare ogni tipo di chiave utile ad aprire portoni di palazzi e serrature di appartamenti, persino quelli di ultima generazione.
 

 


Incredibile, ma vero: bastava una fotografia, lo scatto al mazzo di chiavi che i proprietari delle abitazioni del Vomero e dell'Arenella estraevano per entrare nelle loro abitazioni, e il gioco era fatto. Elaborando quella immagine, infatti, il programma era in grado di decodificare ogni millimetro, curvatura, insenatura o dorso della chiave. È così che una banda composta da uomini e donne - tra loro anche due fabbri - è finita in carcere con l'accusa di numerosi furti nelle abitazioni commessi tra dicembre 2016 e giugno scorso. Sette casi accertati, ma secondo la polizia che ha svolto le indagini il numero potrebbe essere molto più alto. Per questo, il dirigente della Squadra mobile di Napoli Luigi Rinella e il suo vice Giuseppe Sasso rivolgono un appello a chiunque abbia subito un furto in casa: «Collaborate segnalandoci eventuali episodi, ma soprattutto fate attenzione quando estraete le chiavi di casa». Perché, questa è la vera inedita novità che emerge dalle indagini coordinate dalla Procura, i malfattori erano talmente abili da scattare foto alle inconsapevoli vittime, riuscendo poi a decriptare i codici delle chiavi di casa.
 


La banda, della quale facevano parte anche due donne, di cui una incensurata, aveva una struttura a compartimenti stagni, a cominciare dai basisti che dovevano intercettare e seguire i proprietari e gli inquilini della abitazioni; in un secondo momento entrava in azione lo "specchiettista", per conoscere orari e abitudini della vittima. Solo alla fine, scendevano in campo gli esecutori materiali dei furti, i quali operavano sempre ed esclusivamente in assenza dei proprietari di casa.
Al punto, che alcune delle vittime, scoperti i furti, sospettavano e indicavano come responsabili badanti e camerieri.

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