Delitto Materazzo, la Spagna boccia il ricorso: Luca sarà trasferito in Italia tra pochi giorni

Delitto Materazzo, la Spagna boccia il ricorso: Luca sarà trasferito in Italia tra pochi giorni
di Leandro Del Gaudio
Lunedì 22 Gennaio 2018, 10:30
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Nei prossimi giorni farà rientro in Italia e il suo volto da bravo ragazzo non sarà più quello di un fantasma o di un incubo metropolitano, di quelli che credi di aver incontrato all'angolo della strada o nel bar sotto casa. La Corte di giustizia spagnola ha respinto il ricorso proposto dall'avvocato spagnolo del 36enne, dando via libera - e questa volta in modo definitivo - alla restituzione del presunto assassino dell'ingegnere Vittorio Materazzo.

Ora Luca deve tornare in Italia, dove dovrà difendersi dall'accusa di essere l'esecutore materiale dell'omicidio del fratello, consumato il 28 novembre del 2016, sotto casa, al civico tre di viale Maria Cristina di Savoia. Sì all'estradizione (tecnicamente è una riconsegna), dunque, ed è questione di giorni: a partire da martedì prossimo, ogni giorno è buono per il volo da Madrid, dove Luca Materazzo è attualmente detenuto dopo un anno di latitanza.

Catturato a Siviglia, dove sbarcava il lunario lavorando come barista, ora il rampollo della buona borghesia partenopea è atteso in un'aula di giustizia, il sette febbraio dinanzi al gup Alfonso Sabella. Omicidio volontario e premeditato, secondo l'accusa, dopo aver inferto una quarantina di coltellate sul corpo del fratello Vittorio, al termine di un periodo di dissidi familiari per motivi economici.
 
Ed è proprio dal movente economico che si parte, almeno a leggere l'ordine di custodia cautelare firmato dal gip Bruno D'Urso, in relazione ai contrasti tra i sei fratelli Materazzo (eredi di Lucio, morto nel 2013 di circostanze naturali), poi sfociati in un contenzioso civile per la spartizione dell'eredità familiare. Un appuntamento in aula che potrebbe subire un rinvio, in relazione alla richiesta di sospensione che potrebbe essere inoltrata dai suoi avvocati, i penalisti Gaetano e Maria Luisa Inserra, dal momento che l'imputato non ha ancora sostenuto l'interrogatorio di garanzia. Ma al di là del movente economico, il caso del delitto di Chiaia ruota attorno alla prova scientifica, in relazione alle tracce biologiche trovate sull'arma del delitto e sugli indumenti usati dall'assassino, poi nascosti in vico Santa Maria della Neve la notte dell'omicidio. Dna, prova regina, secondo i classici del crimine: sono decine le tracce che riconducono a Luca, al termine delle indagini condotte dai pm Francesca De Renzis e Luisanna Figliolia, sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Nunzio Fragliasso. Uno scenario che alimenta interrogativi sulla condotta dell'imputato. Quale sarà la strategia di Luca Materazzo? Fino a questo momento ha sempre negato di aver commesso il delitto del fratello Vittorio, protestando la sua innocenza e facendo per altro filtrare ipotesi retrospettive proprio in merito alle tracce del Dna rinvenute su abiti e arma in vico Santa Maria della Neve.

Stando alla lettura degli atti depositati in questi giorni, Luca potrebbe sostenere la cosiddetta tesi del complotto: come se qualcuno avesse voluto incastrarlo, mettendo indumenti a lui riferibili non lontano dal posto del delitto. Una ricostruzione che fa leva anche su una circostanza riconducibile a quanto accaduto il giorno dopo la morte dell'ingegnere: Luca tornò in Questura (la notte prima aveva sostenuto una deposizione da testimone durata ore) e denunciò la scomparsa di due caschi e di alcuni indumenti, oltre a segnalare la manomissione di finestre e porte interne alla propria abitazione. Una mossa preventiva, un'altra circostanza su cui dovrà essere interrogata dal gip del Tribunale di Napoli. Intanto, in questi giorni c'è stato un primo contatto telefonico tra l'avvocato Inserra e lo stesso Materazzo jr. Poche battute al telefono, nel corso delle quali il 36enne ha appreso con soddisfazione la notizia della sua archiviazione nel corso dell'inchiesta sulla morte del padre Lucio.

Intanto, c'è clima di attesa per l'appuntamento in aula. Difesa dai penalisti Arturo ed Enrico Frojo, Elena Grande è pronta a costituirsi parte civile, in quanto vedova dell'ingegnere ucciso: una richiesta di giustizia e non di vendetta - come più volte la donna ha chiarito in questi mesi - di fronte all'esigenza di conoscere la verità sulla fine riservata al coniuge. Va invece avanti, su tutt'altro binario, la partita per la successione ereditaria, che vede contrapposti i fratelli Materazzo e la stessa Elena Grande, in quanto madre dei due ragazzi rimasti orfani del professionista ucciso. Una partita in cui potrebbe ora rientrare lo stesso Luca - finora formalmente contumace -, forte dell'archiviazione nel processo della morte di Lucio, che lo rende «degno» di avanzare pretese sul patrimonio, alla stregua delle quattro sorelle e della stessa vedova di Vittorio.
 
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