La gara finì all'attenzione della Procura di Palermo che arrestò un dipendente comunale, Antonio Di Marco, indicato dagli inquirenti come il nuovo capo mandamento. Di Marco, custode del campo sportivo, dove si sarebbero svolti anche summit di mafia, in alcune intercettazioni avrebbe fatto riferimento alla possibilità di fare pressioni presso gli uffici comunali per pilotare i lavori. «Nessuno immaginava - osservò allora il sindaco - che questo dipendente comunale potesse essere colluso». Ma nel fascicolo della dda finì anche il fratello del primo cittadino, Giovanni Savona. Il capo famiglia di Chiusa Sclafani, Vincenzo Pellitteri, non sapendo di essere intercettato, diceva è «un grande amico nostro, solo che lui è allacciato con Mario». Dove Mario era Mario Grizzaffi, fedelissimo di Totò Riina e fratello del boss Giovanni.
La Savona, che anni fa vinse anche il premio intitolato alla memoria di Paolo Borsellino, venne ascoltata dall'Antimafia regionale. «Rinnegherei il nome che porto e mi dissocerei dalla mia stessa famiglia se mio fratello fosse coinvolto in qualche organizzazione», disse a conclusione dell'audizione.