Mare Campania, 22 siti vietati
interrogazione dei 5 Stelle

Mare Campania, 22 siti vietati interrogazione dei 5 Stelle
Venerdì 10 Giugno 2016, 13:17 - Ultimo agg. 14:57
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«Il nostro mare ha bisogno di attenzione e tutela, in Campania ci sono 22 spiagge che, stando al rapporto europeo, non sono balneabili». Lo denuncia Luigi Cirillo, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle che ha inviato una interrogazione a risposta scritta al presidente della Giunta regionale campana, Vincenzo De Luca, e al suo vice, Fulvio Bonavitacola, con delega all'Ambiente.

«Dal rapporto, riferito al 2015, emerge che nonostante un generale miglioramento delle acque di balneazione, in Campania risultano ancora siti non balneabili - spiega - la maggior parte compresi nel tratto costiero tra Castellammare e San Giovanni». «A questo quadro si aggiunge che la delibera di Giunta regionale 863 del 29 dicembre 2015, sulla base dei controlli eseguiti dall'Arpac, riferiti al periodo dal 1 aprile al 30 settembre delle ultime quattro stagioni balneari (dal 2012 al 2015) - aggiunge ha definito la classificazione della acque ai fini della balneabilità delle zone costiere per la stagione 2016 nelle seguenti classi: scarsa, sufficiente, buona, eccellente».

«Per ciascuna acqua di balneazione classificata 'scarsà, le Autorità competenti dovranno adottare, ad apertura della stagione balneare, adeguate misure di gestione, incluso il divieto di balneazione - sottolinea - per impedire l'esposizione dei bagnanti all'inquinamento e l'individuazione delle cause e delle ragioni del mancato raggiungimento dello status qualitativo "sufficiente" e adottare quindi misure per ridurre o eliminare le cause di inquinamento».

«Appare evidente come questa situazione possa avere pesanti ricadute oltre che sullo stato dell'ambiente e sulla salute dei cittadini campani e sul turismo balneare regionale essendo appena iniziata la stagione turistica 2016 - conclude - Chiediamo alla Giunta quali azioni abbia adottato per individuare e rimuovere le cause di inquinamento e migliorare lo stato delle acque di balneazione nelle aree in cui queste sono risultate di qualità "scarsa"»

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