Mariano, esordio in aula da pentito
presto una «memoria» sui Quartieri

Mariano, esordio in aula da pentito presto una «memoria» sui Quartieri
di Viviana Lanza
Giovedì 29 Settembre 2016, 10:38
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Non era certo la prima volta che parlava in un'aula di tribunale, ma la prima nelle vesti di collaboratore di giustizia. Marco Mariano, l'ex boss dei Quartieri Spagnoli, ha reso ieri una dichiarazione spontanea, come gli è stato concesso dal giudice che, nella scorsa udienza, aveva respinto la richiesta di pubblico mistero e avvocati di interrogarlo in aula. L'esponente della storica famiglia di camorra dei Quartieri ha confermato in aula la sua decisione di entrare a far parte dello stuolo dei collaboratori di giustizia, ammettendo le accuse che gli contestano gli inquirenti della Dda di Napoli e annunciando che depositerà a breve una memoria in cui saranno riportati dettagli su fatti e su persone che sono al centro del maxiprocesso alla criminalità dei vicoli che si celebra con il rito abbreviato nell'aula bunker della casa circondariale di Poggioreale e che si sta avviando verso le battute conclusive.

Sul banco degli imputati decine di imputati e migliaia di pagine zeppe delle trascrizioni di intercettazioni telefoniche e ambientali, oltre ai verbali di altri collaboratori di giustizia e alle dichiarazioni di vari testimoni. Il procedimento scaturisce da un'inchiesta coordinata dal pm anticamorra Michele De Prete che portò a quasi novanta arresti e di fatto diede una spallata definitiva al tentativo di rinascita della cosca che imperversava nel centro storico della città già dagli anni Ottanta. La nuova ascesa della famiglia malavitosa generò attriti, tensioni e violenza. Le stese, le dimostrazioni di forza tra gruppi rivali, erano frequenti e nel 2009 ci scappò una vittima innocente. Il musicista rumeno Petru Birladeanu fu assassinato da un proiettile vagante mentre si trovava all'ingresso della stazione della Metropolitana di Montesanto. Un morto senza colpa che si trovò al posto sbagliato, nel momento sbagliato. Sulla traiettoria di un proiettile che, secondo quanto ricostruito, era stato esploso proprio all'indirizzo di Marco Mariano. I morti innocenti fanno rumore, troppo. La risposta dello Stato fu perentoria ed efficace. I retroscena di quelle tensioni, di quegli equilibri e di quegli affari contesi furono svelati dagli inquirenti. I progetti criminali, gli interessi di imprenditoria criminale e i patti di camorra vennero alla luce. L'Antimafia scoprì che il clan Mariano aveva scelto il settore alimentare per incrementare i propri affari sporchi. Commercio di pesce, carne e latticini che venivano poi proposti/imposti a ristoratori e titolari di pizzerie. Ma non solo. La diversificazione degli investimenti e degli interessi aveva portato la famiglia dei vicoli verso esercizi commerciali e locali notturni, ma anche verso la politica. Il boss avrebbe infatti tentato di offrire il suo sostegno a un candidato alle Comunali del 2011. La memoria che depositerà il collaboratore Marco Mariano, fratello del boss Ciro Mariano, potrebbe illuminale gli ultimi angoli oscuri su intrecci e affari della cosca.