Matrimoni e unioni civili al Maschio Angioino
anche la domenica: il Comune batte cassa

Matrimoni e unioni civili al Maschio Angioino anche la domenica: il Comune batte cassa
di Francesca Cicatelli
Domenica 23 Ottobre 2016, 11:00 - Ultimo agg. 11:12
3 Minuti di Lettura
Finché morte non ci separi. Nella città in cui aleggia il mantra della tradizione, dove resistono ancora i matrimoni in chiesa ma iniziano a farsi strada quelli civili, il Comune s'inventa le unioni h24. Per celebrarle il Maschio Angioino aprirà le porte da mattina a sera, sette giorni su sette, ai futuri sposi. La felicità senza orari e senza burocrazia. È l'annuncio a sorpresa dell'assessore alle Attività produttive Enrico Panini, che consegna così le chiavi della fortezza di piazza Municipio a chi intenda coronare il proprio sogno d'amore, senza dover attendere i giorni finora imposti dagli uffici. Sì, dunque, ai matrimoni civili anche il sabato e la domenica, fino ad oggi non disponibili. Le modalità, ancora in fase di definizione, verranno stabilite con una delibera ad hoc che la giunta de Magistris si prepara ad approvare.

Ma ormai non ci sono dubbi: «D'ora in avanti - rivela Panini - sarà possibile sposarsi persino in contemporanea ai flussi turistici. Il Comune ha a cuore che i tempi dell'amministrazione coincidano con quelli dei propri sogni». Amministrazione che non esclude di estendere la delibera anche ad altri immobili e monumenti che «rispondano a criteri di agibilità». Niente più burocrazia, allora: è giusto che ci si sposi anche fuori orario e, chissà, magari un domani pure a notte fonda. Non si tratta, naturalmente, di filantropia: l'operazione porterà liquidità nelle casse esanimi del Comune, che ha non poche difficoltà nella riscossione delle tasse e nella dismissione del patrimonio immobiliare. A conti fatti, per sposarsi si dovrà pagare all'ente una tariffa che varia dai 200 ai 700 euro, a seconda dei giorni e della durata della cerimonia.

«Siamo di fronte ad un settore produttivo, quello del wedding, che muove nella nostra regione oltre 2 miliardi di euro tutti gli anni - sottolinea Panini - Un dato assolutamente consistente dal punto di vista economico. In particolare, sono circa 27mila le coppie che convolano a nozze mediamente in Campania», la maggior parte delle quali a Napoli e provincia. Un numero importante in grado di generare un volume d'affari elevatissimo che incide su tutto l'insieme dei comparti economici che ruotano attorno all'evento del matrimonio: gli abiti, le fedi, la cerimonia, il viaggio di nozze, il fotografo. Negli ultimi anni si assiste inoltre a un incremento del 10 per cento delle unioni e ciò determinerà, di conseguenza, un aumento degli introiti anche per l'amministrazione comunale. Ma quali sono i numeri delle unioni all'ombra del Vesuvio? Per quanto riguarda i matrimoni civili, dominano la classifica le città del Centro-Nord, dove ormai questo rito sta sostituendo quello religioso.

Le grandi città del meridione che compaiono per prime sono Catania, con il 43,3 per cento di matrimoni non religiosi, e Napoli, con il 35,4 per cento, dove nel 2014 le unioni tradizionali sono state 8623 mentre quelle civili 3642 (per un totale di 12265).
Tutte le altre, stando ai dati Istat, sono ben al di sotto di questi valori. Di norma la percentuale di matrimoni civili nei centri urbani è sempre più alta rispetto al corrispondente dato regionale: ciò significa che, senza distinzioni tra Nord e Sud, il matrimonio religioso è maggiormente radicato nelle campagne e nei piccoli centri rispetto alla città. Non mancano poi coloro che, oltre alla chiesa, rinunciano pure a sposarsi nel luogo in cui sono nati e cresciuti in favore di posti più esotici o suggestivi, come New York City.
© RIPRODUZIONE RISERVATA