Mazzette e divise sporche,
inchiesta sul concorso in polizia

Mazzette e divise sporche, inchiesta sul concorso in polizia
di Leandro Del Gaudio
Mercoledì 9 Novembre 2016, 00:09 - Ultimo agg. 11:31
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Tutti campani i vincitori all’ultimo concorso per l’accesso nei ranghi della polizia. Sarà un caso o il frutto di una particolare vocazione alla divisa della polizia statale, fatto sta che la cosa non è passata inosservata. 

E non poteva esserlo, dal momento che sulla concorsopoli in divisa da qualche mese è in corso un’inchiesta che promette sviluppi. Gennaio 2016, tutto pronto per la grande prova, migliaia di aspiranti, il test è arduo ma sono in tanti a sognare un futuro in divisa. Ed è quanto emerso anche da attività di indagine della Procura di Napoli, che proprio in questo periodo ha acceso i riflettori su una possibile spectre: all’inizio si indagava sull’accesso nell’Esercito, sulla leva del primo anno di ferma, che - in un’ottica di ampio respiro - spalanca le porte anche ai concorsi interni e al grande salto verso altri reparti. 

Inchiesta su grandi numeri, l’attenzione si è poi focalizzata sul concorso in polizia: il grande sogno, la grande meta per tanti giovani di tutta Italia, specie napoletani e campani. Inchiesta condotta dal pool mani pulite del procuratore aggiunto Alfonso D’Avino, al lavoro il pm Stefania Buda. C’è una delega al nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza, agli ordini del comandante Giovanni Salerno, che punta a verificare il contenuto di alcune intercettazioni telefoniche, mentre si attendono gli esiti di una perizia su computer e apparati informatici sequestrati la scorsa primavera. Inchiesta che ruota attorno al ruolo del generale Luigi Masiello, un ufficiale dell’Esercito per anni attivo proprio nel campo della formazione. Non è il solo ad essere finito al centro dell’attenzione investigativa. 
 


Attorno a lui, si sarebbero mosse anche altre figure, con altri ruoli e mansioni, su cui sono in corso verifiche da parte della polizia tributaria. Ne sono una quindicina gli indagati. E stando a quanto emerso nelle ultime ore, c’è una svolta che riguarda proprio il caso del concorso dello scorso gennaio. Parole intercettate che alludono a scambi di soldi in cambio di informazioni. E non è l’unico spunto. C’è dell’altro: come la formula usata per superare i test scritti, che ruota attorno alla lettera «a», in caso di potenziali risposte multiple offerte ai candidati.
C’era stata una soffiata lo scorso gennaio? Chi e quante sono le talpe? 

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