Mediaworld, la scure si rialza in provincia di Napoli: «Via altri 370»

Mediaworld, la scure si rialza in provincia di Napoli: «Via altri 370»
di Pino Neri
Giovedì 28 Aprile 2016, 11:35
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Casoria. Sembra senza fine l'allarme economico e occupazionale nei negozi Mediaworld, la catena nazionale del gruppo emiliano Mediamarket specializzata nella vendita di elettrodomestici, telefoni e computer.Dopo aver chiuso l'anno scorso, a luglio, due negozi in Campania, a Nola e a Napoli, e dopo aver tagliato contestualmente decine di posti di lavoro, l'altro ieri l'azienda ha dichiarato, durante un faccia a faccia con i sindacati organizzato in un centro congressi romano, altri 370 esuberi in tutta Italia. E c'è chi è pronto a scommettere che molte di queste eccedenze saranno concentrate ancora una volta nella nostra regione.Intanto è stato subito proclamato lo sciopero: sabato 7 maggio l'astensione.

Dunque, occhi puntati nel frattempo sui negozi Mediaworld di Casoria e di Pompei, dove lavorano complessivamente circa 90 persone. In Campania oltre ai negozi di Casoria e di Pompei ne sopravvivono altri tre, a Salerno, Benevento e Caserta. Ma si vocifera che la scure dei tagli possa abbattersi soprattutto sul sito di Casoria. Il negozio, 55 addetti, è ubicato su un'arteria molto importante e trafficata, la circumvallazione esterna, la cosiddetta strada degli americani.Sorge in un'area commerciale strategica e che ha subito una progressiva desertificazione. A poco meno di duecento metri si trova l'ex Carrefour, lo storico Euromercato, il grande ipermercato, il primo a Napoli, datato 1978, chiuso cinque anni fa. Ma la grande area commerciale di Casoria senza l'ipermercato assomiglia sempre di più a una zona morta e ciò non sta certo migliorando le vendite dell'attiguo negozio Mediaworld.Intanto oltre alla sorte di questo punto vendita si teme anche per il punto omologo di Benevento. Preoccupazioni pure a Pompei. La situazione è precipitata a poco più di un mese dalla scadenza dei contratti di solidarietà (giugno 2016), scaturiti l'anno scorso in alternativa alla procedura di licenziamento per circa 100 addetti campani. La metà di questi lavoratori sono andati via con la mobilità incentivata. Altri 30 si sono trasferiti presso vari punti vendita del nord Italia. I restanti esuberi sono rientrati nell'ambito dei contratti di solidarietà. Ora però si riapre una nuova vertenza. Cosa che capita proprio mentre nella catena campana si sente ancora la ferita del luglio 2016, quando cioè l'azienda ha fatto chiudere quasi contemporaneamente il negozio nel centro commerciale Vulcano Buono, a Nola, e quello del centro Saturn di via Arenaccia, a Napoli.

Oltre a questi due punti vendita l'azienda, l'estate scorsa, ne ha chiusi altri 5 nel centronord, dove però ha attuato una politica di nuove aperture concretizzabili sfruttando i nuovi regimi contrattuali previsti dal jobs act.In Campania però non è stata messa in atto nessuna riapertura. In quell'occasione Mediamarket, che in tutto il comparto italiano aveva dichiarato circa mille esuberi, aveva parlato della necessità di riorganizzare l'impresa avendo come obiettivo la omnicanalità (ndr ossia la vendita che integra i negozi fisici con la vendita on-line) e che in questo ambito il negozio dovrà essere reso sostenibile in rapporto al fatturato e agendo su tutti i costi, compreso quello del personale . Risultato: a giugno sono stati chiusi i negozi di Roma 1, Milano 3 e Genova Saturn. A fine luglio è stata la volta di Settimo Milanese, Brescia 2, Nola-Vulcano Buono e Napoli-via Arenaccia. L'azienda ha nel frattempo ipotizzato tre riaperture di altrettanti punti vendita nell'arco di 12-18 mesi a Milano, a Roma e tra Brescia e Verona. 
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